Software al volante

Prevenire gli incidenti automobilistici a partire (e non solo) dall’encefalogramma. È quello che promette un gruppo di ricercatori statunitensi dei  Sandia National Laboratories. Che ha sviluppato per rilevare eventuali situazioni di pericolo, “comprendendo” le condizioni del guidatore. Basandosi proprio sull’elettroencefalogramma il software è in grado, per esempio, di capire se il conducente è stanco. Oppure, in situazioni pericolose, il computer della vettura è in grado di mantenere in attesa una chiamata al cellulare in modo da non distrarre il guidatore. Le ultime prove su questo sistema sono state condotte a Camp Pendleton (nel sud della California) con l’aiuto del personale della Marina Militare americana al volante di veicoli opportunamente modificati.

Per l’esperimento, cinque guidatori con un passeggero sono stati messi alla prova indossando appositi elmetti connessi a elettrodi per l’elettroencefalogramma. Questi caschi speciali hanno registrato l’attività celebrale durante la guida mentre gli ingegneri hanno seguito la prova che si è protratta per diverse ore in condizioni di guida fuoristrada. Il sistema ha determinato quanto difficili fossero le condizioni di guida e, in base a questo, dava disposizioni all’equipaggio. Durante manovre difficili, per esempio, il software ha suggerito al passeggero di rispondere alla radio per non distrarre il conducente. “Utilizziamo dati che già esistono nei computer delle automobili per raccogliere informazioni fisiche del guidatore (forza impressa ai pedali o postura) e della macchina (misura dell’angolo di sterzo delle ruote e direzione delle curve)”, ha detto Kevin Dixon, coordinatore del progetto.

“La comodità di questo sistema è dovuta al fatto che non c’è bisogno di modificare la propria auto dato che il software può essere istallato nei computer già esistenti delle automobili”, ha dichiarato Dixon: “Ogni anno decine di migliaia di persone muoiono in incidenti stradali causati da semplici distrazioni, se l’algoritmo da noi messo a punto riuscisse a capire situazioni pericolose prima che accadano e avvisare il guidatore, potremmo salvare molte vite”. (s.m.)

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