Cellule staminali contro la cataratta

Già in passato, le cellule staminali sono già state testate per il trattamento della degenerazione maculare senile. Alle potenziali applicazioni di queste cellule ancora non specializzate se ne aggiungono questa settimana altre due riguardanti i nostri occhi, presentate sulle pagine di Nature.

Una delle due ricerche descrive una nuova tecnica minimamente invasiva per trattare la cataratta, il processo di progressiva perdita di trasparenza del cristallino nell’occhio che comporta una diminuzione della vista e che è la prima causa di cecità al mondo. Il processo si basa sull’utilizzo delle cellule staminali autologhe, provenienti cioè dallo stesso organismo, ed ha portato alla rigenerazione del cristallino sia in animali che in piccoli pazienti con risultati migliori e un minor numero di complicazioni rispetto ai trattamenti usati al momento.

La terapia utilizzata ad oggi per curare la cataratta consiste nel rimuovere chirurgicamente il cristallino e rimpiazzarlo con una lente artificiale: l’operazione richiede una larga incisione della capsula che contiene il cristallino, che può causare infiammazione e lunghi tempi di ripresa, oltre che alla distruzione di molte cellule staminali del cristallino (LECs, lens epithelial stem cells), che sono fondamentali nella protezione della lente da danni esterni.

Durante lo studio, Kang Zhang e i suoi colleghi invece hanno isolato queste cellule nei mammiferi, hanno testato le loro abilità rigenerative e hanno ideato una procedura chirurgica in grado di rimuovere il cristallino originale senza danneggiare le LECs, stimolandone anzi la rigenerazione: il procedimento ha avuto successo nei conigli, nei macachi e in 12 pazienti (tutti bambini sotto i 2 anni di età, affetti da cataratta congenita). I ricercatori hanno sottolineato come i bambini siano tutti guariti in meno di un mese, e come la trasparenza del loro cristallino sia aumentata di oltre 20 volte, rispetto ai pazienti che hanno ricevuto il trattamento tradizionale.

Sempre a partire cellule staminali umane, Kohji Nishida e il suo team sono riusciti invece a sintetizzare in vitro per la prima volta un gran numero di diverse cellule dell’apparato della vista, tra cui la cornea, la congiuntiva, il cristallino, la retina e l’epitelio retinico pigmentato. Nel loro studio gli scienziati hanno poi descritto come sia possibile coltivare e trapiantare cellule della cornea negli occhi di conigli resi ciechi artificialmente per riparare chirurgicamente l’occhio e ripristinare interamente la vista.

Riferimenti: Nature doi: 10.1038/nature17181; doi: 10.1038/nature17000

Credits immagine: Stefano F/Flickr CC

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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