Salute

Staminali per curare il cuore

Trattare pazienti affetti da insufficienza cardiaca nella sua fase finale con cellule staminali provenienti dal loro midollo osseo riduce del 37% l’occorrenza di eventi cardiaci, se si confrontano i dati con un gruppo di controllo a cui è stato somministrato un placebo. Sono i risultati ottenuti dal ixCELL-DCM, il più grande studio sull’utilizzo di terapie cellulari per il trattamento dell’insufficienza cardiaca, presentato alla conferenza annuale dell’American College of Cardiology e pubblicato su The Lancet.

“Negli ultimi 15 anni, tutti hanno parlato della terapia cellulare e di quello che può fare,” ha commentato Amit N. Patel, autore principale dello studio, aggiungendo che i risultati sono i primi ottenuti fino ad ora che suggeriscono che il metodo funzioni veramente.

Durante la ricerca, la terapia cellulare o un placebo sono stati assegnati in modo casuale ai 126 partecipanti, affetti da insufficienza cardiaca. Dai pazienti è stato prelevato un campione di midollo osseo, da cui sono stati selezionati due tipi di cellule staminali, le cellule staminali mesenchinali e i macrofagi M2, scelte perché studi precedenti hanno mostrato la loro capacità di rimodellare il cuore, inspessire il tessuto cardiaco e combattere le infiammazioni. Questo mix multicellulare è stato poi iniettato nel cuore con una procedura minimamente invasiva della durata di circa 2 ore, tramite un catetere e una tecnica elettrochimica 3D che permette di mappare le aree danneggiate nel cuore.

I ricercatori hanno visitato i partecipanti 1 mese, 3, 6 e 12 mesi dopo il trattamento, e hanno osservato che i pazienti sottoposti alla terapia cellulare presentavano meno effetti collaterali e complicazioni di quelli appartenenti al gruppo del placebo. In generale, dopo un anno il gruppo della terapia cellulare aveva meno morti (4 rispetto alle 8 del gruppo placebo) e un minor numero di ricoveri in ospedale (51,7% rispetto all’82,4% del gruppo placebo).

Gli scienziati hanno sottolineato che non ci sono state significativi cambiamenti nelle funzioni cardiache dei pazienti trattati con le cellule staminali, tuttavia uno studio condotto su un maggior numero di partecipanti potrebbe mostrare differenze causate dal trattamento.

“Questo è il primo studio sulla terapia cellulare che mostra che essa può avere un impatto significativo sulla vita dei pazienti che soffrono di insufficienza cardiaca,” ha commentato Patel, aggiungendo che è necessario passare alla fase successiva della ricerca per determinare se la terapia potrà un giorno essere offerta come alternativa ai trattamenti utilizzati oggigiorno (che comprendono ad esempio il trapianto di cuore).

Riferimenti: The Lancet doi: http://dx.doi.org/10.1016/S0140-6736(16)30137-4

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

Articoli recenti

Il talco può aumentare il rischio di tumore?

Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson pagherà 6,5 miliardi di dollari per chiudere le cause…

3 giorni fa

Mesotelioma, 9 casi su 10 sono dovuti all’amianto

Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…

6 giorni fa

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

1 settimana fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

2 settimane fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

2 settimane fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

2 settimane fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più