Stop alla pena di morte

Il 10 ottobre si celebra in tutto il mondo la quarta giornata contro la pena di morte, promossa da Amnesty International e organizzata dalla Coalizione contro la pena di morte. Tema centrale dell’evento: le esecuzioni come fallimento della giustizia. Si tratta di un’iniziativa nata allo scopo di sensibilizzare la popolazione e promuovere un mondo senza esecuzioni.

Oggi sono 129 i paesi che non applicano più la pena di morte per legge o per prassi: tra questi, 88 l’hanno totalmente abolita, 11 l’adoperano solo in casi eccezionali, ad esempio per i crimini di guerra, e 30 sono abolizionisti de facto, poiché non registrano esecuzioni da almeno 10 anni. Il numero dei paesi che hanno abolito la pena di morte è cresciuto negli anni e continua a crescere grazie anche alla recente adesione di Filippine e Moldova. Secondo i promotori della giornata, il cosiddetto “omicidio di stato” è una violazione del diritto alla vita, ulteriormente aggravato da verdetti che scaturiscono da processi ingiusti.

La Giornata mondiale contro la pena di morte vuole mettere in luce le mancanze del sistema giudiziario in paesi come l’Arabia Saudita, la Cina, l’Iran, la Nigeria e gli Usa, stati in si registra ancora un numero rilevante di esecuzioni l’anno. In occasione dell’evento sarà inaugurata la Rete asiatica contro la pena capitale (Adpan), un’iniziativa che coinvolgerà migliaia di cittadini dei paesi dell’area Asia-Pacifico e che vuole attirare l’attenzione sull’iniquità e l’ingiustizia nell’applicazione della pena di morte. (f.i.)