Categorie: Fisica e Matematica

Torna la batteria di Edison, ma col grafene

Sicuramente il suo inventore, Thomas Edison, ne sarebbe orgoglioso: la batteria ricaricabile al ferro-nichel, ideata oltre cento anni fa, potrebbe tornare in auge grazie ai miglioramenti tecnologici apportati dagli scienziati dell’Università di Stanford, in California, che hanno ridotto di mille volte i tempi di caricamento.

Il punto debole dell’invenzione di Edison, infatti, è l’eccessiva lentezza nei tempi di ricarica, soprattutto se comparati con quelli delle moderne batterie agli ioni di litio. Ora, però, le nuove conoscenze nel campo della chimica dei materiali e delle nanotecnologie permetterebbero di ridurre considerevolmente questo svantaggio. Nel loro studio, pubblicato su Nature Communications, gli scienziati hanno utilizzato nuove tecniche per combinare tra loro gli elementi chimici della batteria: nel prototipo occorrono appena due minuti per il caricamento e trenta secondi per lo scaricamento.

Nel progetto originale di Edison, la batteria è composta di due elettrodi, un anodo in ferro e un catodo in nichel, a bagno in una soluzione alcalina. Viene utilizzato poi del carbonio per aumentare la conduttività degli elettrodi. È su questo punto che si sono concentrati gli sforzi dei ricercatori, che hanno pensato di ricorrere al grafene.

L’équipe di Stanford ha utilizzato fogli sottilissimi di questo materiale, dello spessore pari al diametro di un atomo, e nanotubi di carbonio: “Negli elettrodi convenzionali, i produttori si limitano a mescolare ferro e nichel con il carbonio; noi, invece, abbiamo fatto depositare cristalli di ossido di ferro sul grafene e cristalli di idrossido di nichel sui nanotubi di carbonio”, ha spiegato Hailiang Wang, principale autore dello studio. Questa tecnica fa sì che si stabilisca un legame chimico molto forte tra le particelle dei due metalli e il carbonio, che si traduce in un grande miglioramento in termini di prestazioni: “Accoppiare le particelle di nichel e ferro con il substrato di carbonio permette alle cariche elettriche di muoversi molto velocemente tra gli elettrodi e il circuito esterno”, sottolinea infatti il ricercatore. Il risultato è questa versione superveloce della batteria convenzionale al ferro-nichel.

Il prototipo realizzato è da appena un volt e può alimentare il flash di una macchinetta fotografica, ma lascia immaginare molte applicazioni, prima fra tutte l’alimentazione di mezzi di trasporto. “Combinata con quelle agli ioni di litio attualmente utilizzate sulle vetture elettriche, la nostra batteria potrà fornire energia supplementare per accelerazioni rapide e ricaricarsi in tempi brevi sfruttando il calore prodotto dai freni”, ha detto Wang. Inoltre, nichel, ferro e carbonio sono materiali relativamente poco costosi e molto sicuri, il che rende la batteria un prodotto molto appetibile per le industrie. L’unico punto debole sembra essere la capacità di mantenere le prestazioni nel tempo: “Perde il 20 per cento di efficienza in 800 cicli di caricamento e scaricamento. È ancora troppo. Idealmente, vorremmo tenere le prestazioni sempre al massimo”, ha concluso Wang. C’è da scommettere che i ricercatori continueranno nel loro lavoro. Ed Edison avrà ancora di che esultare.

Credit per l’immagine: Wikipedia

Admin

Articoli recenti

Mesotelioma, 9 casi su 10 sono dovuti all’amianto

Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…

3 giorni fa

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

6 giorni fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

1 settimana fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

1 settimana fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

1 settimana fa

Leptospirosi: perché crescono i casi a New York?

Mai così tanti casi di leptospirosi in un anno dal 2001: a contribuire all’aumento delle…

2 settimane fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più