Una foto di Toto Cutugno ci salverà

“Condividete contenuti originali e sempre diversi”. “Collegatevi ad altre pagine che hanno interessi simili”. “Mantenete un contatto e un’interazione costante con la vostra base di utenti”. È l’abc della comunicazione 3.0. Da seguire pedissequamente se non volete che la vostra pagina Facebook sprofondi nel mare magnum della rete.

Oppure, in alternativa, c’è Toto Cutugno. Vi basterà aprire una pagina e pubblicare la stessa identica foto del cantante ogni giorno. Anche più volte al giorno, se preferite. Neanche il nome richiederà troppa fantasia: un tautologico “La stessa foto di Toto Cutugno ogni giorno” andrà benissimo. Avrete popolarità e fidelizzazione in tasca.

Come molti sapranno, tutto questo è successo davvero. La stessa foto di Toto Cutugno ogni giorno non solo esiste, ma ha quasi 60mila “mi piace” e ha già generato – dinamica ormai frequente – una serie di meta-pagine dal discreto successo, come Lo stesso commento alla stessa foto di Toto Cutugno ogni giorno e Mettere mi piace alla stessa foto di Toto Cutugno ogni giorno.

Il curioso caso di Toto Cutugno è stato una vera e propria manna dal cielo per un’équipe di scienziati dello Iuss di Pavia, che studiano da tempo meccanismi, dinamiche e interazioni sui social network. I ricercatori, in particolare, analizzano i comportamenti degli utenti rispetto alle pagine Facebook per cercare di capire la circolazione di bufale e disinformazione sulla rete. “La pagina con le foto di Toto Cutugno”, ci spiega Walter Quattrociocchi, uno degli autori dell’articolo, docente dell’Imt di Lucca, “rappresentava per noi un’opportunità unica. Tutte le altre pagine che esaminiamo, infatti, pubblicano materiale estremamente eterogeneo, mentre La stessa foto di Toto Cutugno ogni giorno fa esattamente l’opposto. Volevamo capire quali ripercussione avesse il fenomeno sia dalla prospettiva degli utenti che da quella della pagina stessa”.

I ricercatori, in particolare, hanno messo a confronto 73 pagine Facebook, usando la pagina di Toto Cutugno come una sorta di “gruppo di controllo” sperimentale. 34 di esse propongono contenuti scientifici verificabili e attendibili, mentre le altre propalano bufale e oscure teorie del complotto (Lo Sai e Informare per resistere, per esempio). “Abbiamo notato”, racconta ancora Quattrociocchi, “analogie e differenze tra le pagine esaminate. Gli utenti che seguono pagine ‘scientifiche’ e quelli che seguono pagine ‘complottiste’ si comportano più o meno allo stesso modo. Commenti, condivisioni e ‘mi piace’ seguono una legge di potenza: ci sono pochi utenti che commentano e condividono tanto e molti altri, nelle code della distribuzione, che lo fanno molto sporadicamente. E anche gli utenti della nostra simpatica pagina di controllo si comportano allo stesso modo”.

Analizzando però la dinamica dal punto di vista dei contenuti, invece, sono emerse delle differenze. Le pagine scientifiche e complottiste, ancora una volta, seguono una distribuzione a legge di potenza, cioè pochi post estremamente condivisi e ‘popolari’ e la maggior parte degli altri sulla coda. La pagina di Toto Cutugno, invece, segue una legge gaussiana, in cui sostanzialmente ogni contenuto riceve la stessa quantità di “mi piace”, commenti e condivisioni. “È una specie di dinamica del tormentone”, commenta in proposito Quattrociocchi.

Ma c’è dell’altro. Gli scienziati hanno anche analizzato, sempre in termini di condivisioni, commenti e ‘mi piace’, il comportamento degli utenti che incappano nei troll, cioè le pagine che propinano consapevolmente informazioni fasulle (non necessariamente con malafede). “Abbiamo scoperto che i seguaci delle pagine complottiste”, continua Quattrociocchi, “tendono più facilmente a credere a notizie artatamente fasulle, cadendo nelle trappole dei troll”. E ancora: i ricercatori mettono in guardia che è inutile ribadire a chi dà fiducia a teorie del complotto e informazioni poco verificate quanto sia importante il metodo scientifico, l’esattezza delle fonti e il rigore nella divulgazione di una notizia. Di più: è controproducente: “Un approccio di questo tipo”, conferma Quattrociocchi, “produce, in media, un rinforzo del 15-20%. I complottisti pensano a macchinazioni ancora più grandi”.

Cosa fare, allora? Per saperlo, dovremo attendere ancora un po’. “Stiamo studiando”, conclude lo scienziato, “quali approcci siano più efficaci per il debunking delle bufale. Analizzeremo altre pagine Facebook e diversi canali YouTube”. Nel frattempo, non vi resta che continuare a godervi l’amena monotonia della chioma del Toto nazionale. O, se preferite, quest’altra.

Riferimenti: ArXiv: 1501.07201
Credits immagine: Toto Cutugno/La stessa foto di Toto Cutugno ogni giorno

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