Categorie: Spazio

Tracce di vita nel vetro creato dagli asteroidi

E’ vero, gli impatti di asteroidi e comete possono causare il caos sul nostro pianeta e avere disastrose conseguenze per gli ecosistemi, uccidendo piante e animali su scala regionale o anche globale. Ma un nuovo studio, condotto dai ricercatori della Brown University e pubblicato su Geology Magazine, mostra come queste collisioni, e i siti in cui avvengono, possano avere utili risvolti nella ricerca della vita nel Sistema solare: essi, infatti, conservano al loro interno delle tracce che potrebbero aiutare a determinare la presenza di forme di vita ai tempi dello scontro.

L’enorme calore generato dagli impatti di comete e asteroidi è in grado di fondere tonnellate di suolo e rocce, molte delle quali si cristallizzano in vetro durante in raffreddamento. Il suolo dell’Argentina orientale, ad esempio, è ricco di vetri da impatto creati da almeno sette diverse collisioni che hanno avuto luogo più di 6mila anni fa (uno di questi impatti, avvenuto circa 3 milioni di anni fa, è responsabile della scomparsa di 35 generi animali).

Ed è proprio in uno di questi pezzi di vetro che il team di ricercatori, guidato da Peter Schultz, ha infatti rinvenuto frammenti di foglie e di composti organici, materiali che potrebbero aiutare a ricostruire le condizioni dell’ambiente al tempo degli impatti e che, suggeriscono gli scienziati, potrebbero in futuro essere un buon posto dove cercare segni di antica vita su Marte.

“Sappiamo che si tratta di frammenti di vetro creati duranti impatti importanti da come sono distribuiti e da quanto grandi sono i pezzi,” ha spiegato Shultz, “Questi frammenti sono presenti in diversi livelli di sedimenti in un’area grande quasi quanto il Texas, e preservano la morfologia delle piante sia a livello macroscopico che microscopico.”

I campioni di vetro studiati contengono frammenti di foglie delle dimensioni di circa 1 cm e hanno conservato intatte strutture come le papille, le piccole protuberanze che danno un aspetto vellutato alle foglie di alcune piante. Analisi chimiche dei campioni hanno anche rivelato la presenza di idrocarburi organici, tracce chimiche della materia vivente.

Per cercare di capire come queste strutture sono state preservate, Schultz e i suoi colleghi hanno provato a replicare il fenomeno in laboratorio, mescolando vetro da impatto polverizzato con erba delle praterie argentine e scaldando il composto a varie temperature per diversi intervalli di tempo. Gli esperimenti hanno mostrato che era possibile preservare i composti quando i campioni erano rapidamente scaldati oltre i 1500°C.

Ma in che modo questa ricerca può aiutarci a capire se, in passato, c’era vita su Marte? In primo luogo, se il vetro da impatto può preservare tracce di vita sulla Terra, non ci sono motivi per cui non potrebbe fare lo stesso su Marte, secondo Schultz. Inoltre le condizioni nel terreno in Argentina non sono poi così diverse dai suoli trovati sul pianeta rosso: la maggior parte della superficie di Marte è ricoperta di polvere simile al loss, un tipo di sedimento eolico molto fine che ricopre buona parte della regione della Pampas argentina.

“Potremmo trovare vetro da impatto in cui si nascondo tracce della vita vecchie 4 miliardi di anni,” ha concluso Shultz, “Su Marte probabilmente non saranno lampanti, sotto forma di una pianta, ma potremmo trovare tracce di composti organici, e sarebbe estremamente eccitante.”

Riferimenti: Geology Magazine doi: 10.1130/G35343.1

 

Credits immagine: Brown University

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

Articoli recenti

Il talco può aumentare il rischio di tumore?

Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson pagherà 6,5 miliardi di dollari per chiudere le cause…

9 ore fa

Mesotelioma, 9 casi su 10 sono dovuti all’amianto

Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…

3 giorni fa

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

6 giorni fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

1 settimana fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

1 settimana fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

1 settimana fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più