Ecco i tre vincitori di BioUpper

Cosa hanno in comune un sistema computerizzato che aiuta gli specialisti vascolari a eseguire in meglio l’intervento di impianto endo-protesico dell’aorta, uno spray nasale antivirale in grado di prevenire e curare il raffreddore comune grazie a molecole mai usate prima a questo scopo, e un sistema che utilizza materiali brevettati e la tecnologia di stampa 3D per produrre medicazioni attive per il trattamento di ferite croniche o chirurgiche? Sono idee innovative portate avanti da start up che operano nel mondo della salute e della sanità e tutte e tre hanno vinto il grant da 50mila euro messi in palio da BioUpper, la piattaforma italiana di training e accelerazione che sostiene le nuove idee nel campo delle scienze della vita promossa da Novartis Italia e Fondazione Cariplo, in collaborazione con PoliHub, incubatore della Fondazione Politecnico di Milano, con la validazione scientifica di Humanitas, gruppo ospedaliero e avanzata struttura di ricerca.

L’iniziativa, lanciata con un bando ad autunno del 2015, ha raccolto 118 progetti che, alla fine della prima valutazione, si sono ridotti a 19. I selezionati hanno avuto accesso a una settimana di formazione per capire come fare a convertire la loro idea in un modello di business al termine della quale un’ulteriore valutazione ha ridotto il gruppo a 10 progetti. I 10 finalisti hanno quindi avuto accesso al programma di accelerazione pensato appositamente per ognuno di loro durato 2 mesi. È alla fine di questo percorso che i giovani imprenditori hanno affrontato l’ultima sfida, quella che si è svolta il 1 aprile scorso: un pitch con cui convincere la giuria della bontà della propria idea.

I dieci team che si sono sfidati nella sessione di pitch – Beating Heart, BrainControl, EVARplanning, FluoMagneto, Math2Ward, One4Two, Panoxyvir, SIENA Imaging, WRAP e uSTEM – hanno avuto 12 minuti ciascuno per convincere la giuria della validità del proprio progetto: 6 minuti di presentazione del lavoro di ricerca svolto e 6 minuti di confronto, incalzati dalle domande dei giurati. A risultare vincitori sono stati EVARplanning, Panoxyvir e WRAP.

EVARplanning è un’app ideata da Paolo Spada, chirurgo vascolare in Humanitas, per facilitare l’impianto di protesi endovascolare, una forma di trattamento per l’aneurisma dell’aorta addominale e toracica caratterizzata da minore invasività rispetto alla chirurgia tradizionale a cielo aperto. L’app consente di definire la configurazione protesica più adatta, scegliendo fra quelle disponibili in commercio, sulla base delle misure aortiche ricavabili dalla TAC. Il medico in questo modo può pianificare con precisione l’intervento, identificando l’impianto più adatto al singolo paziente.

Panoxyvir è farmaco antivirale che agisce contro i rhinovirus (raffreddore comune, esacerbazione asma e broncopneumopatie ostruttive), sfruttando gli ossisteroli, molecole fisiologiche derivate dall’ossidazione enzimatica del colesterolo, ed è stato messo a punto da un team del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università degli Studi di Torino situato ad Orbassano.

WRAP sta per Wound Repair Active Print ed è un progetto nato dalla ricerca sulla riparazione tissutale svolta nel Centro Interdipartimentale Biopharmanet-Tech dell’Università di Parma. Si tratta di una tecnologia per la produzione di bendaggi a base di chitosano, un polimero naturale, per il trattamento di lesioni croniche e difficili da guarire. Grazie a una tecnologia brevettata dai ricercatori, il chitosano viene trasformato in un idrogel che, grazie a una stampante 3D, viene composto a formare una garza bioriassorbibile a porosità controllata.

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