Categorie: Salute

Tutti i pericoli del fumo di terza mano

Fumare fa male, e lo sapevamo. Anche il fumo passivo è dannoso per la salute, e anche qui niente di nuovo. Purtroppo per i fumatori però, c’è di peggio: persino accese all’aperto o in completa solitudine infatti, le sigarette continuano a mettere a repentaglio la salute di chi ci sta intorno. È quanto emerge da uno studio  della University of California di Riverside, pubblicato sulla rivista Plos One, che ha indagato i rischi per la salute derivanti dal cosiddetto fumo di terza mano, ovvero l’esposizione ai composti della nicotina che si depositano sui vestiti, le tende, i mobili di casa, e persino sulla pelle dei fumatori. I loro risultati, ottenuti per ora su topi, dimostrerebbero infatti che l’esposizione a queste sostanze può produrre una vasta gamma di effetti nocivi (in particolare per i bambini), danneggiando fegato e polmoni, ritardano la chiusura delle ferite, e inducendo  ansiaiperattività.

Quello dei rischi derivanti dal fumo di terza mano è un tema venuto alla luce solo negli ultimi anni. A portarlo all’attenzione della comunità scientifica è stato infatti uno studio del 2009 dell’Harvard Cancer Care Center, che metteva in luce come la nicotina proveniente dalle sigarette si depositi su superfici quali appunto vestitimobili, tende e tappeti, con potenziali effetti nocivi che possono durare per giorni. Un anno più tardi, una ricerca dei californiani Lawrence Berkeley National Laboratory confermava le predizioni del team di Harvard: una volta depositatasi su una superficie, la nicotina può interagire con determinate sostanze presenti nell’atmosfera (in particolare l’acido nitroso), generando dei composti altamente cancerogeni.

Fino a oggi però i rischi rimanevano puramente teorici. Il nuovo studio della University of California  dimostra invece quali effetti può avere di preciso sulla salute l’esposizione continuata al fumo di terza mano. Per simulare gli effetti delle sostanze sui bambini, i ricercatori hanno utilizzato dei topi di tre settimane, che hanno cresciuto per sei mesi in gabbie contenenti materiali presenti normalmente nelle nostre case e nelle nostre  macchine (ancora una volta: vestiti, tappeti, eccetera…) su cui veniva applicata la quantità di nicotina che viene generata quotidianamente da un fumatore.

Monitorando la salute dei topi, il primo effetto venuto alla luce è stato che l’organismo degli animali impiegava più tempo per cicatrizzare le ferite. Il fenomeno è già noto nel caso dei fumatori, a cui di fatti viene normalmente chiesto di spegnere l’ultima sigaretta almeno quattro ore prima di un intervento chirurgico. I topi dimostravano inoltre un comportamento particolarmente iperattivo, e una volta testati hanno dimostrato infatti di avere livelli di ansia molto superiori alla norma. Anche questo fenomeno era già conosciuto nel caso di bambini esposti al fumo passivo (o di seconda mano). In particolare, sarebbe dimostrato che i figli di donne che hanno fumato durante la gravidanza avrebbero un maggiore rischio di sviluppare problemi comportamentali. Secondo i ricercatori, i nuovi dati farebbero pensare dunque che il fumo di terza mano possa causare “un rischio significativo di sviluppare gravi disordini neurologici”.

Ma non è tutto. Esaminando l’organismo dei topi, i ricercatori californiani avrebbero infatti trovato indizi che fanno pensare a possibili rischi di cirrosipatologie polmonari e cardiovascolari, nonché scompensi  metabolici che aumentano il rischio di sviluppare sindrome metabolica e diabete di tipo 2. “C’è ancora molto da scoprire sugli specifici meccanismi attraverso cui i composti derivanti dal fumo di sigaretta danneggiano la salute dei non fumatori, ma è ormai chiaro che il fenomeno è reale”, scrivono gli autori nello studio. “I bambini che crescono in ambienti in cui si fuma, o in cui si è fumato, hanno maggiori rischi di soffrire di vari tipi di problemi di salute a breve e lungo termine, molti dei quali potrebbero manifestarsi solo molto più avanti nel corso della loro vita”.

Via: Wired.it

Credits immagine: massimo ankor/Flickr

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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  • Non capisco perché non si vieti il fumo dove si deve subire quello di seconda e terza mano. Mi riferisco alle entrate/uscite di negozi, edifici pubblici, condomini e simili, poi fermate autobus e stazioni, parchi pubblici. Anche la pessima abitudine di fumare sui terrazzi con le finestre più o meno chiuse è molto sgradevole e nociva, perché i miasmi raggiungono chi è dentro e si depositano nelle stanze.

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