Categorie: Società

Tutto il mondo tra i banchi

C’è un po’ d’India lungo il Po. Proviene da una regione agricola del Nord chiamata Punjab, e sta scappando dalla crisi socio-economica causata dal processo di modernizzazione dell’agricoltura indiana. Abita nei dintorni di Cremona, Mantova e Reggio Emilia, richiamata dalla grande richiesta di manodopera nel settore agricolo e zootecnico. Qui, sui registri di classe, un nome su dieci non suona italiano.

A descrivere questa realtà e a ricordare le molteplici e diversificate realtà dell’immigrazione in Italia, è Venicio Ongini dell’Ufficio integrazione alunni stranieri del Ministero della Pubblica Istruzione. L’occasione è il convegno sulla la tutela dei minori immigrati, che si è tenuto a Modena lo scorso 29 settembre. L’incontro è stato promosso da Unicef Italia e Caritas Italiana, impegnate insieme per garantire il rispetto della Convenzione sui diritti dell’infanzia.

Approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989 a New York e ratificata dal nostro paese circa due anni dopo con la legge 176, la Convenzione è lo strumento normativo internazionale per la tutela dei bambini e degli adolescenti. Secondo il Presidente dell’Unicef Antonio Sclavi, che ha aperto i lavori, le politiche e le pratiche che la Convenzione richiede, ancora oggi, nel nostro paese, vengono attuate a macchia di leopardo. Il rapporto “Uscire dall’invisibilità. Le condizioni dei bambini e degli adolescenti di origine straniera. Analisi, buone pratiche, prospettive”, presentato lo scorso dicembre, era infatti nato dalla constatazione che i bambini immigrati sono socialmente “invisibili”.

Il mondo della scuola è forse quella da cui vengono le indicazioni più interessanti. Nello scorso anno, all’appello della prima ora hanno risposto 430 mila voci straniere: il cinque per cento della popolazione scolastica totale. Si tratta di circa 70 mila studenti in più rispetto all’anno precedente e, solo dieci anni fa, gli stranieri iscritti nelle nostre scuole erano appena 50 mila.

La maggior parte degli alunni sono albanesi, marocchini, romeni, cinesi e dell’ex Jugoslavia, anche se nel complesso provengono da 191 Stati (sui 194 di tutto il mondo). Aumentano le immigrazioni dalla Romania, Ucraina e Moldavia, ma diminuisce il numero dei ragazzi provenienti da Albania e Marocco.

Per quanto riguarda la distribuzione sul territorio italiano, la regione con la più alta incidenza di alunni stranieri è l’Emilia Romagna, mentre quella con il più alto numero in assoluto è la Lombardia, con oltre cento mila iscritti. Milano, Torino, Mantova e Piacenza tra i centri con percentuali maggiori di studenti extracomunitari, ma esistono anche tante piccole realtà locali: “Ci troviamo in un paesaggio multiculturale policentrico e diffuso”, osserva Ongini, “I poli di attrazione non sono solo le grandi città, ma anche i piccoli centri e i paesi. Basti pensare a Calcinato (Brescia), a Novellara (Reggio Emilia) o a Novi di Modena, dove gli stranieri superano il 20 per cento degli iscritti”.

Il 40 per cento di tutti gli alunni stranieri si trova nella scuola primaria, ma i dati indicano un aumento degli studenti stranieri anche nelle scuole secondarie superiori. Purtroppo si rileva la tendenza di questi ragazzi a concentrarsi in particolari istituti e luoghi. Il rischio è che questi istituti vengano etichettati come “scuole di immigrati” o di “serie B” e che gli stranieri siano ghettizzati, una storia già vista in paesi come la Francia (nelle banlieues) e l’Inghilterra, che hanno una tradizione multietnica più lunga della nostra. Secondo recenti indagini, una forte concentrazione di alunni provenienti da una stessa nazione non darebbe buoni esiti scolastici (per gli immigrati stessi). Al contrario, sembra incidere positivamente sugli esiti collettivi la presenza di diverse nazionalità.

Quella di Modena è stato il secondo convegno interregionale (per l’area del Nord Italia) previsto dal progetto di analisi che Caritas e Unicef stanno realizzando su tutto il territorio nazionale nell’intento di far rispettare il principio di non discriminazione. Il primo si era tenuto a Roma (per l’Italia centrale) lo scorso 26 giugno, un terzo (per il Sud) è previsto per i primi mesi del 2007 nella città di Foggia.

Tiziana Moriconi

Giornalista, a Galileo dal 2007. È laureata in Scienze Naturali (paleobiologia) e ha un master in Comunicazione della Scienza conseguito alla Scuola Superiore di Studi Avanzati di Trieste. Collabora con D la Repubblica online, Salute SenoLe Scienze, Science Magazine (Ed. Pearson), Wired.it.

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