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Tutto quel che c’è da sapere sul satellite in caduta libera

Il momento si avvicina e alla Nasa (e non solo) sono tutti con gli occhi al cielo e ai computer. L’Upper Atmosphere Research Satellite (Uars), mandato in pensione sei anni fa, è in fase di rientro sulla Terra. Un brusco rientro, non controllato, e da domani potrebbero piovere detriti. Ecco un riepilogo di tutto quello che l’Agenzia spaziale statunitense ci ha fatto sapere fino ad oggi. 

Che cosa è Uars? L’Upper Atmosphere Research Satellite è stato lanciato venti anni fa, con lo scopo di raccogliere informazioni sulla salute dello strato di ozono. Dopo 14 anni è stato spento e fatto scendere a un’orbita compresa tra 245 e 275 km di altitudine. Ora si trova tra i 225 e i 205 ( qui gli aggiornamenti). 

Quanto è grande? Lo hanno paragonato a uno scuolabus, 10,7 metri per 4,6, per un totale di circa 6 tonnellate. Si pensa che il satellite si frammenterà in più di 100 parti al contatto con l’atmosfera terrestre, la maggior parte delle quali brucerà. Solo 26 pezzi di metallo dovrebbero sopravvivere allo scontro. Il più grande, comunque, ha un peso notevole: circa 136 Kg. In tutto, dovrebbero piovere sulla Terra circa 544 Kg di detriti. 

L’ora X Le ultime previsione degli scienziati della Nasa danno una finestra temporale di tre giorni. I pezzi potrebbero precipitare al più presto domani, giovedì 22 settembre, o, al più tardi, sabato 24. Mark Matney, esperto di detriti spaziali del Johnson Space Center di Houston, confida di avere in mano informazioni più precise domani stesso. A quel punto, la finestra potrebbe essere ristretta a qualche ora. La difficoltà dei calcoli dipende anche dal fatto che i detriti viaggiano a una velocità di circa 28mila chilometri orari (o 8 chilometri al secondo). 

Strike zone Ogni continente, tranne l’Antartide, rientra nella zona di possibile impatto, che va dai 57 gradi di latitudine Nord ai 57 gradi Sud, secondo quanto dice l’agenzia Ap. Un’area che a Nord parte da Edmonton (Canada) e Aberdeen (Scozia), mentre a Sud arriva fino Capo Horn, la punta più meridionale del Sud America. E i detriti potrebbero spargersi su un tratto lungo circa 800 Km. Secondo gli ultimi aggiornamenti della Nasa, gli Stati Uniti dovrebbero essere esclusi.

Stima del rischio Secondo i calcoli della Nasa, le probabilità che uno dei 26 frammenti colpisca un essere umano sono di 1 su 3.200 (per contro, la probabilità di essere coinvolti in un incidente stradale è di 1 a 10mila). Da quando i satelliti vengono rottamati e fatti rientrare sulla Terra, nessuno sarebbe mai stato colpito, né sono stati riportati gravi danni alle proprietà. 

Non c’è proprio da preoccuparsi? No, almeno secondo Jonathan McDowell, ricercatore presso l’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge (Massachusetts, una delle zone che potrebbero essere interessate dalla pioggia di detriti): “ C’è roba pesante che cade dal cielo quasi ogni anno. Quest’anno, due stadi di razzi russi massicci hanno fatto un bel botto, per esempio ”. 

Cosa fare nella remota probabilità di trovare un frammento del satellite Non toccarlo e avvisare le autorità. Non perché sia pericoloso – la Nasa dice che non vi alcun elemento chimico tossico – anche se potrebbe essere tagliente. Ma perché è proprietà del governo degli Stati Uniti. Prenderlo per venderlo su eBay, quindi, potrebbe quindi essere una pessima idea, punibile per legge.  

La prassi per la fase di rientro Quando Uars fu lanciato, nel 1991, la Nasa non si preoccupava ancora molto del momento del rientro. Oggi, invece, i satelliti devono essere costruiti in maniera che brucino al contatto con l’atmosfera, o devono essere caricati con abbastanza carburante da dirigersi verso l’oceano o per sostenere un’orbita più alta. 

Altri storici, bruschi rientri La stazione spaziale russa Mir è stata fatta precipitare nell’oceano, con un rientro pilotato, nel 2001. Ma una delle sue parti, Salyut 7, era caduta senza controllo nel 1991. L’ultimo caso è stato quello di un grande satellite della Nasa nel 2002. Il più noto, comunque, è quello dello Skylab, la prima stazione spaziale statunitense, nel luglio del 1979. Fortunatamente, si tuffò nell’Oceano Indiano; altri pezzi caddero in una parte disabitata dell’Australia. Nella gallery trovate i rientri più celebri. 

Lo Uars sarà visibile? Sì, se cadrà di notte: qualcuno che si trova nei pressi potrebbe avere la fortuna di assistere allo spettacolo, preferibilmente non troppo da vicino.

Via Wired.it

Tiziana Moriconi

Giornalista, a Galileo dal 2007. È laureata in Scienze Naturali (paleobiologia) e ha un master in Comunicazione della Scienza conseguito alla Scuola Superiore di Studi Avanzati di Trieste. Collabora con D la Repubblica online, Salute SenoLe Scienze, Science Magazine (Ed. Pearson), Wired.it.

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  • La frase "le probabilità che uno dei 26 frammenti colpisca un essere umano sono di 1 su 3.200 (per contro, la probabilità di essere coinvolti in un incidente stradale è di 1 a 10mila)" è molto equivoca.
    Da una parte si parla delle probabilità che un QUALSIASI essere umano venga colpito mentre dall'altra si parla della probabilità che una persona specifica (io ad esempio) faccia un incidente automobilistico.
    Quindi, assumendo che la popolazione umana ammonti a 7 miliardi di individui, la probabilità che una persona specifica (io o voi, quindi) venga colpita sono 1 su 22.400 miliardi.
    Spero che correggiate l'errore

    (fonte: http://goo.gl/tv4NH)

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