Ultrasuoni d’amore: come fanno le rane

Solo pochi animali, come balene, delfini, pipistrelli e alcuni insetti, sono capaci di comunicare utilizzando gli ultrasuoni. E altrettanto pochi sono gli animali che, come i barbagianni, gli elefanti e gli esseri umani, sanno determinare la provenienza di un suono con estrema accuratezza. Ma c’è una rana, Odorrana tormota, che sa fare entrambe le cose. Lo ha scoperto il gruppo di ricerca di Albert Feng dell’Università dell’Illinois, che ha pubblicato la ricerca su Nature.

Il canto amaliante delle rane dalle orecchie concave

La maggior parte delle rane femmine non ha corde vocali e sceglie il proprio partner “pescandolo” da un coro di maschi. Le femmine di Odorrana tormota, invece, “seducono” il maschio in modo più attivo, emettendo una serie di suoni brevi e acuti, simili a cinguettii. Questi suoni, prodotti solo quando la femmina trasporta le uova da fecondare, sono canti multifrequenza: la rana trasmette contemporaneamente su più frequenze, così come una radio trasmette, in modo simultaneo, su molti canali diversi. Una parte delle frequenze è percepibile dall’orecchio umano, mentre una parte è costituita da ultrasuoni. La capacità di captare gli ultrasuoni è data da una membrana timpanica sottilissima, ospitata in una cavità dell’orecchio che funge anche da “parabola” e da vestibolo di protezione (da cui il nome di “rana dalle orecchie concave”). Solo tre specie di rane al mondo hanno orecchie concave.

Maschi sintonizzati

La ricerca di Feng ha dimostrato che i maschi possono sintonizzarsi sulle frequenze della femmina e identificarne la posizione con una precisione superiore al 99 per cento: “Questo fatto è incredibile se si pensa che la distanza tra le orecchie è solo un centimetro”, puntualizzano gli autori: “Di solito, infatti, la capacità di discriminare la provenienza dei suoni è tanto maggiore quanto più grande è la distanza tra i due timpani. Resta da scoprire se la femmina duetti con il maschio prima di sceglierlo o se i maschi si battano per la femmina in duelli canori”.

Secondo i ricercatori, la capacità di emettere e percepire suoni ad alte frequenze si sarebbe evoluta come adattamento a un “sottofondo” rumoroso: questa specie, infatti, vive vicino a corsi d’acqua e cascate, nella Cina centrale: il normale sistema di richiamo da parte dei maschi non avrebbe successo in questo ambiente, perché le femmine non potrebbero udirli e, quindi, sceglierli. (i.n.)

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