Ridurre i tempi di intervento in casi di calamità naturali creando una mappa istantanea delle aree da cui provengono le chiamate di richiesta di soccorso. Questo il progetto messo a punto al San Diego Supercomputer Center e al Scripps Institution of Oceanography, dove è stato ideato un algoritmo in grado di analizzare e visualizzare geograficamente le chiamate verso il 9-1-1 effettuate in casi di emergenza, come l’episodio degli incendi scoppiati a Los Angeles lo scorso ottobre. Chaitan Baru, insieme ai suoi ricercatori, ha sviluppato il sistema dopo quasi tre anni di analisi dei dati relativi alle chiamate arrivate al numero di emergenza dalla Baia di San Francisco, e dopo venti mesi di studio dei dati riguardanti la zona di San Diego.
Sono state attentamente registrati parametri come ora, data e durata delle chiamate di emergenza, tempi di risposta e tipi di telefoni usati per chiedere aiuto (per esempio cellulari o reti wireless). Combinando queste informazioni con le immagini topografiche fornite da Google Earth, i ricercatori hanno studiato un algoritmo in grado di localizzare velocemente le aree da cui proviene un numero di richieste di soccorso superiore alla media. In questo modo è possibile capire immediatamente se ci sono zone in cui si sta scattando un’emergenza di vaste proporzioni e si possono così ridurre i tempi di intervento. Per i ricercatori si tratta di un primo passo molto importante per poter disporre di un’analisi visiva in tempo reale di ciò che succede sul territorio. Lo studio, chiamato “Spatiotemporal Analysis of 9-1-1 Call Stream Data”, può essere applicato su scala sia globale sia locale, consentendo lo sviluppo di un centro di controllo che sia di appoggio ai servizi di protezione civile. (g.r.)
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