I topolini di laboratorio hanno di che rallegrarsi. Una nuova tecnica, infatti, promette di ridurre il numero di test effettuati sugli animali-cavia. Alcuni ricercatori dell’Itb, l’Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio nazionale delle ricerche, in collaborazione con l’Università di Roma La Sapienza, hanno messo a punto un brevetto che permette di limitare notevolmente la sperimentazione animale. Prima di arrivare all’essere umano, prassi vuole che la nocività dei farmaci o di altre sostanze chimiche venga valutata sulle cellule del fegato degli animali. Così per avere cellule fresche, sono necessari continui prelievi dai topi. I ricercatori del Cnr hanno pensato di ovviare al problema, sfruttando topi geneticamente modificati. Questi topi hanno cellule epatiche che, una volta giunte a maturazione, non muoiono, diventano immortali, continuando tuttavia a mantenere le caratteristiche delle cellule mature dei topi normali. Questo grazie a un particolare oncogene, un’informazione genetica che inserita nelle cellule ne inibisce i processi di morte. Il vantaggio così ottenuto potrebbe essere triplice: meno animali sacrificati alla ricerca, costi più bassi e procedure di analisi tossicologica snellite. (da.c.)
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