C’è chi dice no. Il no alla realizzazione del Corridoio Tirrenico Nord e di quello Sud, le autostrade che dovrebbero andare da Cecina a Civitavecchia e da Roma a Formia, arriva da uno studio comparativo dell’Università Cattolica e del Politecnico di Milano. L’occasione per riaprire l’ annoso dibattito è stato il convegno nazionale promosso dalle associazioni ambientaliste a Roma, dal titolo “Corridoio tirrenico: le autostrade da dimenticare”. Secondo Andrea Boitani, docente di economia politica alla Cattolica, e Marco Ponti, docente di economia dei trasporti al Politecnico, la bilancia costi-benefici pende dalla parte sbagliata, e non giustifica tale progetto. L’asse autostradale, previsto all’interno del programma per le opere strategiche dell’attuale governo, comporterebbe un grave impatto su territori di pregio dal punto di vista paesaggistico e ambientale, storico e culturale. Inoltre, il costo per le due opere è elevatissimo. Si aggira infatti complessivamente sui 5 miliardi di euro, rispetto ai 9 stanziati, sino al 2006, per un totale di 250 opere strategiche su tutto il territorio nazionale. I conti evidentemente non tornano. Secondo Boitani e Ponti, in alternativa alle autostrade maremmana e pontina si dovrebbero migliorare le strade statali già esistenti, ovvero la SS1 e la SS148, con effetti meno dannosi per l’ambiente e con costi inferiori. Inoltre anche le stime di traffico sono molto limitate. “Il caso dell’autostrada tirrenica è emblematico” afferma Ponti. “Il traffico previsto è così basso che, anche trascurando ogni considerazione ambientale, risulta economicamente giustificato solo un modesto intervento sul tracciato esistente”. Anche rispetto alla velocità di percorrenza, su 200 chilometri di autostrada, si guadagnerebbero solo 25 minuti per un veicolo leggero e 4 per un veicolo pesante rispetto al potenziamento dell’Aurelia. Sul progetto dovrà comunque pronunciarsi, l’11 maggio, la Corte Costituzionale, in merito a un conflitto di attribuzione di competenze tra governo ed enti locali. (da.c.)
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