Una ricerca effettuata sui topi ha verificato che la bassa concentrazione dell’enzima Nte (Neuropathy target esterase) determina una maggiore e prolungata sensibilità agli effetti dell’intossicazione da organofosfati (Op), sostanze usate nelle armi chimiche. Si verifica una vera e propria neuropatia ritardata che presenta sintomi anche mortali fino a una settimana dopo l’esposizione all’agente tossico. A questa conclusione è giunto un gruppo di biologi del californiano Salk Institute, gruppo di ricerca guidato da Carolee Barlow. Secondo Barlow la maggior conoscenza dei meccanismi biologici che regolano questo tipo di avvelenamento potrà contribuire a sviluppare nuovi e più efficaci antidoti anche contro le armi di distruzione di massa, come i gas nervini Sarin e VX, che vengono prodotte partendo dagli organofosfati, sostanze chimiche normalmente utilizzate per produrre insetticidi e acaricidi. Purtroppo, nonostante le migliaia di casi di avvelenamento studiati, ha dichiarato David Ray tossicologo dell’Università di Leicester in Inghilterra, è ancora presto per realizzare terapie valide. (p.d.a.)
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