Un salto nel tempo

D’ora in poi “fare un salto nel passato” non sarà solo un modo di dire. Almeno per chi visiterà le Terme di Diocleziano, a Roma, dove oggi è stato inaugurato un museo virtuale archeologico unico in Europa. A essere ospitata (virtualmente, s’intende) in una sala del museo nazionale romano, è la Villa di Livia, moglie dell’Imperatore Augusto, portata alla luce dagli scavi del 1863 nella zona di Prima Porta (qui una dimostrazione).

I visitatori avranno a disposizione quattro postazioni interattive per entrare insieme, come avatar, nella villa e girare per vari siti archeologici, nei quali è previsto l’incontro con la famiglia imperiale e con alcuni “figuranti”, come il pittore della dimora, un soldato di Augusto o un giardiniere. Il resto del pubblico può partecipare alla visita dalle ‘retrovie’, grazie a uno schermo, su cui viene proiettata l’avventura dei quattro avatar, e a un paio di occhiali 3D.

“Sul grande schermo allestito nella sala, l’esplorazione si modifica in tempo reale con effetti di grande spettacolo e coinvolgimento generale”commenta Maurizio Forte dell’Istituto di tecnologie applicate ai beni culturali–Virtual Heritage Lab (Itabc-Cnr), il cui gruppo ha reso possibile il museo virtuale. L’opera è infatti il risultato di un lavoro di concerto tra venti archeologi, architetti, storici dell’arte, paleobiologi e ovviamente informatici, durato oltre due anni. I ricercatori hanno ricostruito i paesaggi, l’ambientazione faunistica e floristica, le abitazioni nei territori, e hanno reso quanto più possibile fedeli alla realtà i comportamenti degli esseri umani che raccontano la loro storia.

Sono previste tre ambientazioni oltre alla Villa di Livia: Ponte Milvio, dove avvenne lo scontro tra Costantino e Massenzio, l’area archeologica di Grottarossa e Malborghetto, un casale fortificato in epoca medievale che racchiude un arco del IV secolo d.C. Ed è possibile percorre la via Flaminia, l’antica strada consolare romana che collegava Roma con Rimini, da due livelli di osservazione. “Tutte le aree archeologiche sono state rilevate con tecnologie avanzate”, spiegano i ricercatori: “Gps differenziali, fotocamere ad alta risoluzione, sistemi di telerilevamento e scanner laser, per un totale di oltre tremila metri quadrati di modelli”. I monumenti sono stati invece ricostruiti sulla base dello studio comparativo di reperti archeologici, fonti letterarie e iconografiche: “L’Itabc-Cnr ha da poco firmato il ‘London Charter’, un documento europeo che suggerisce alcune linee guida affinché i prodotti virtuali rispondano a criteri di scientificità e trasparenza delle fonti documentarie”, racconta Forte. Ma il progetto non si ferma nella sala delle Terme di Diocleziano: avrà anche un sito in Second Life interamente dedicato. Decisamente un “non luogo” appropriato. (t.m.)

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