Categorie: SaluteVita

Un vaccino contro Ebola?

Un nuovo vaccino contro il virus Ebola. Trent’anni dopo la prima epidemia esplosa a Yambuku, un villaggio dello Zaire, nella Reppubblica Democratica del Congo, un gruppo di ricercatori dell’Arizona State University (Asu) ha messo a punto un nuovo composto contro il virus che, secondo quanto riportato sui Proceedings of the National Academy of Science, è risultato efficace nell’80 per cento dei casi ed è in grado di mantenersi stabile per lunghi periodi. L’ideale, insomma, per creare delle scorte pronte all’uso in caso di emergenza.

L’Ebola appartiene alla famiglia delle Filoviridae e può infettare la specie umana o i primati causando febbri emorragiche in alcuni casi letali, dal momento che, a oggi, non esiste una cura. Il meccanismo di diffusione avviene per via aerea e per contatto con mucose e liquidi biologici infetti, con un tasso di mortalità del 90 per cento. Fino ad oggi, per fortuna, le epidemie di Ebola sono state rare. Ma per Charles Arntzen, ricercatore al Biodesign Institute e a capo dello studio, rappresenta una sfida non di poco conto: “Per altri virus letali come l’Hiv esiste un modello comune che permette di fare test per lo sviluppo di un vaccino”. I casi di Ebola sono invece episodici e in gran parte imprevedibili. Anche per questo motivo, se dovesse essere prodotto un vaccino, non sarà usato per la profilassi su larga scala, bensì stoccato per i casi di epidemie improvvise, naturali o provocate da un attacco bioterroristico. Ecco perché, spiega Arntzen, oltre ad essere efficace, il preparato deve restare efficace nel tempo, caratteristica che manca ai prodotti esistenti, che tendono a degradarsi.

Il vaccino messo a punto dai ricercatori sfrutta una proteina virale sintetica, stabile anche a lungo termine e in condizioni estreme di umidità o temperatura. Per realizzarla gli scienziati hanno legato una porzione della proteina GP1 della superficie del virus a un anticorpo monoclonale che riconosce la proteina virale. In questo modo i diversi anticorpi possono legarsi l’uno all’altro, dando origine a un complesso immune (Ebola Immune Complex). Una strategia utilizzata per aumentare l’efficacia del vaccino.

Quando il team ha inoculato l’Ebola Immune Complex in alcuni topi successivamente esposti al virus, ha ottenuto risultati incoraggianti: il vaccino ha prodotto una buona risposta immunitaria, e con l’aggiunta di un adiuvante protegge dal virus con un tasso di sopravvivenza dei topi dell’80 per cento.

Riferimenti: PNAS DOI: 10.1073/pnas.1117715108 

Credits immagine: CDC/ Public Domain

Roberta Pizzolante

Giornalista pubblicista dal 2005, è laureata in Sociologia e ha un master in "Le scienze della vita nel giornalismo e nei rapporti politico-istituzionali" conseguito alla Sapienza. Fa parte della redazione di Galileo dal 2001, dove si occupa di ambiente, energia, diritti umani e questioni di rilevanza etica e sociale. Per Sapere, bimestrale di scienza, si occupa dell'editing e della ricerca iconografica. Nel corso negli anni ha svolto vari corsi di formazione e stage nell'ambito della comunicazione (Internazionale, Associated Press, ufficio stampa della Sapienza di Roma, Wwf Italia). Ha scritto per diverse testate tra cui L'espresso, Le Scienze, Mente&Cervello, Repubblica.it, La Macchina del Tempo, Ricerca e Futuro (Cnr), Campus Web, Liberazione, Il Mattino di Padova. Dal 2007 al 2009 ha curato l'agenda degli appuntamenti per il settimanale Vita non Profit.

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