Altro che decorazione. Il pigmento dorato che ricopre lo Stafilocco aureo funziona come una corazza che permette al batterio di restare in vita. E’ la scoperta di un gruppo di ricercatori guidati da Victor Nizet dell’Università della California, San Diego, che sarà pubblicata il 17 luglio sul Journal of Experimental Medicine. Già da tempo si sapeva che i ceppi batterici color oro dello Stafilococco erano più pericolosi di quelli non colorati e causavano un maggior numero di infezioni negli esseri umani. Ora si conosce il perché: i carotenoidi, cioè le molecole dalle quali derivano i pigmenti colorati, hanno delle proprietà anti-ossidanti che permettono al batterio di respingere gli attacchi dei neutrofili, le cellule attivate dal sistema immunitario. Per arrivare a questo risultato i ricercatori hanno disattivato i geni per la sintesi dei carotenoidi generando un ceppo batterico di colore bianco, che è risultato più vulnerabile agli ossidanti prodotti dai neutrofili rispetto a quello dorato. La scoperta potrebbe essere utile per individuare nuovi target per il trattamento delle infezioni gravi causate dallo Stafilococco, incluse quelle che hanno sviluppato resistenze agli antibiotici. (r.p.)