Si sono unite in un patto, firmato il 3 dicembre presso il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali a Roma, le 15 banche degli occhi italiane che partecipano al progetto “Una cornea per un bambino”, realizzato dalla Società Italiana Banche degli Occhi (Sibo) in collaborazione con il Centro Nazionale Trapianti. “Lo scopo è rintracciare in tutto il territorio nazionale i tessuti più rapidi e sicuri per i bambini di età compresa tra 0 e 12 anni che sono in attesa di trapianto di cornea”, spiega Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti.
In Italia, ogni anno, l’attività di eye banking permette di raccogliere circa 10.000-12.000 cornee, e consente, con un tempo d’attesa di 1-3 mesi, l’esecuzione di 5.000 trapianti. Interventi chirurgici necessari in caso di patologie congenite, infiammatorie (come le infezioni) o in seguito a gravi traumi oculari, che possono colpire tutte le fasce d’età. Per esempio, il cheratocono è una malattia congenita e colpisce più frequentemente i giovani provocando un deterioramento della cornea e compromettendone la struttura. Ma per i pazienti in età pediatrica non sempre sono a disposizione i tessuti più adatti.
“Il trapianto di cornea in età pediatrica presenta delle maggiori difficoltà di esecuzione ma deve essere quasi sempre considerato un intervento da eseguire con urgenza”, spiega Diego Ponzin, presidente della Sibo. “Se il paziente ha meno di 5-6 anni, infatti, l’intervento serve ad assicurare lo sviluppo di una normale funzione visiva dell’occhio che, in caso contrario, può rimanere ambliope (la cosiddetta sindrome dell’occhio pigro). In ogni caso, il veloce ripristino della funzione visiva è essenziale per un corretto sviluppo psico-fisico dei bambini”.
L’accordo permetterà inoltre la realizzazione di un data base per registrare, in forma anonima, le informazioni relative al tessuto e agli interventi, in modo da produrre un report annuale sull’utilizzo dei tessuti in età pediatrica. (f.s.)
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