Cinquecento studiosi della London School of Hygiene & Tropical Medicine hanno firmato una lettera aperta indirizzata al Primo Ministro inglese Tony Blair affinché si opponga alla guerra in Iraq. La lettera, pubblicata sul British Medical Journal e su Lancet, prende spunto da tre ricerche condotte da Medact (un’organizzazione internazionale di medici che si oppone all’uso della violenza), dalle Nazioni Unite e dalla World Health Organization. La ricerca di Medact si concentra sulle conseguenze dirette dell’intervento militare, stimando che, durante il conflitto e nei tre mesi seguenti, potrebbero morire tra le 48 mila e le 260 mila persone; le ricerche condotte dalle Nazioni Unite e dalla World Health Organization, invece, pongono l’accento su un problema più generale: la guerra in Iraq potrebbe causare una crescita esponenziale dell’uso della violenza per raggiungere obiettivi politici, economici e sociali in tutto il mondo con conseguenze negative per la stabilità e il benessere sociale. “Questa lettera”, sostengono i firmatari, “ha l’obiettivo di appoggiare tutti coloro che si oppongono alla guerra per motivi etici e non per scelta politica o religiosa”. (ma.c.)