Nell’aria che respiriamo, nel suolo, nell’acqua, ma anche nostro corpo, sono normalmente presenti elementi radioattivi. Una delle fonti principali di questa radioattività naturale è costituita dal radon, un gas nobile presente in piccole quantità nel suolo e nell’aria, ma che può accumularsi all’interno degli ambienti chiudi e risultare nocivo se inalato. Solo negli Stati Uniti si contano 21.000 decessi l’anno per tumore ai polmoni causato da questo gas. Grazie a uno studio coordinato dai ricercatori della University of Liverpool, pubblicato su Nauture Materials, è stato sviluppato un nuovo metodo per “intrappolare” il radon e altri elementi radioattivi raripresenti in natura.
Si chiama Cc3 ed è una molecola “a groviera” che assorbe gli elementi che si intendono estrarre lasciando liberi gli altri. “Questo materiale potrebbe risolvere i problemi commerciali associati all’estrazione di gas rari o altre molecole da miscele molto diluite. La chiave è quello di progettare la giusta misura tra la cavità e la molecola che si desidera catturare”, ha dichiarato Andy Cooper, primo autore dello studio.
Secondo i ricercatori questo metodo, più efficace e molto meno costoso rispetto a quelli utilizzati in precedenza, potrebbe risultare utile per eliminare il radon dalle abitazioni, bonificare le scorie nucleari o produrre farmaci.
Riferimenti: Nature Materials doi:10.1038/nmat4035
Credits immagine: Ariana Rose Taylor-Stanley/Flickr
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