Una nuova sostanza capace di provocare erezioni in ratti di laboratorio. La descrivono sui Proceedings of the National Academy of Sciences Jorge Brioni e collaboratori degli Abbott Laboratories in Illinois, USA. È l’ABT-724, una variante dell’apomorfina, già usata in Europa come farmaco contro l’impotenza maschile. Entrambe agiscono sul cervello stimolando l’afflusso di sangue al pene attraverso l’attivazione di recettori cerebrali specifici per una molecola chiamata dopamina. Ma con una differenza: l’apomorfina stimola tutti i recettori per la dopamina, l’ABT-724 solo un tipo particolare (D4). Differenza che potrebbe essere responsabile, in ratti trattati con ABT-724, della scomparsa di alcuni effetti collaterali tipici dell’apomorfina, come nausea e vomito. La nuova sostanza lavora in modo differente anche rispetto al sildenafil, il principio attivo del Viagra. Quest’ultimo agisce direttamente a livello del pene, dove inibisce un enzima che provoca il rilassamento dei vasi sanguigni. Ma interagendo con altre molecole, anche il Viagra può causare effetti collaterali, soprattutto alla vista. L’ABT-724 potrebbe quindi interessare chi reagisce male alla “pillola blu”. Nuovi trattamenti contro l’impotenza potrebbero inoltre avvalersi della combinazione di ABT-724 e Viagra, ma a basse dosi per entrambi. Attenzione, però: al momento sono solo speranze, dato che l’ABT-724 deve ancora essere testato negli essere umani. E in ogni caso, non sarà una pillola miracolosa: spesso gli uomini hanno difficoltà d’erezione a causa di altre malattie, come problemi circolatori o diabete. (va.m.)
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