Società

L’uomo che fotografava i cavalli

A cantering horse and rider, Eadweard Muy Credit: Wellcome Library, London. Wellcome Images images@wellcome.ac.uk http://wellcomeimages.org Copyrighted work available under Creative Commons Attribution only licence CC BY 4.0 http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/more
A woman walking up stairs bearing a bowl, Eadweard Muybridge, 1887. Wellcome Library, educational project. Copyrighted work available under Creative Commons Attribution only licence CC BY 4.0 http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/more
A cockatoo flying, Eadweard Muybridge, 1887. Copyrighted work available under Creative Commons Attribution only licence CC BY 4.0 http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Per la prima volta in Italia, una grande mostra dedicata a Eadweard Muybridge (1830 – 1904), il fotografo che “inventò” il movimento, influenzando con le sue immagini tanti artisti del suo tempo, dall’impressionista Edgar Degas al futurista Giacomo Balla al dadaista-surrealista Marcel Duchamp, anticipando la nascita del cinema.  La mostra – dal 19 maggio al 31 luglio presso la Galleria Gruppo Credito Valtellinese di Milano, presenta un focus sulla storica produzione di Muybridge e ripropone, in chiave contemporanea, il set che egli usava per gli innovativi scatti in piano sequenza, le celeberrime sequenze di soggetti in movimento, primi fra tutti i cavalli.

Inglese emigrato negli States, Muybridge incominciò a interessarsi alla fotografia professionale documentando la potente bellezza del Parco Nazionale di Yosemite. Poi la curiosità di un uomo d’affari lo spinse a indagare l’andatura del cavallo, ovvero l’ipotesi che nel galoppo tutte e quattro le zampe si stacchino contemporaneamente dal suolo, come rappresentato nei dipinti di  Théodore Gericault e di altri grandi artisti del momento. È così che, utilizzando 24 fotocamere distribuite lungo un percorso, Muybridge riuscì a ottenere una sequenza di immagini che rivelarono come, effettivamente, per alcuni istanti, nel galoppo tutte e quattro le zampe del cavallo si sollevino da terra, sebbene con un’estensione diversa da quella immaginata agli artisti. “Le fotografie di Muybridge”, osservò lo scrittore francese Paul Valéry, “rivelano chiaramente gli errori in cui sono incorsi tutti gli scultori e i pittori quando hanno voluto rappresentare le diverse andature del cavallo”.

Dopo i cavalli, gli uccelli in volo e il movimento degli animali dello Zoo di Philadelfia, Muybridge indagò l’andatura dell’essere umano. Celebri i suoi nudi in movimento, fotografati su uno sfondo con una griglia disegnata, mentre corrono, salgono scale o portano secchi d’acqua. Impossibile non pensare al Nudo che scende le scale di Marcel Duchamp. Con la collaborazione dell’Università di Pensylvania, Muybridge mise anche a punto lo Zoopraxiscopio, uno strumento simile allo Zoetropio, che consentiva di proiettare le immagini, rendendole così contemporaneamente visibili ad un piccolo pubblico, come al cinema.

L’inagurazione della mostra – che è curata da Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio – sarà animata da una performance ispirata alla tecnica di ripresa “alla Muybridge” mentre nel percorso e positivo sono proposti “L’assassino nudo” e un “film stenopeico”, docu-film originali realizzati da Paolo Gioli.
Informazioni al pubblico: Galleria Gruppo Credito Valtellinese
tel. +39 0248.008.015 galleriearte@creval.it www.creval.it

Marina Bidetti

Giornalista e cofondatrice di Galileo servizi editoriali

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