Salute

Vaccini, il mix dell’eterologa induce una buona risposta immunitaria

È un risultato incoraggiante e in parte rassicurante quello che arriva da Oxford, sui nuovi risultati della sperimentazione Com-Cov sull’efficacia di mix vaccinali, almeno sotto il profilo immunitario. Un pezzettino di evidenza in più, sebbene ancora limitata, a favore della recente scelta in Italia di proporre, in via facoltativa, la vaccinazione eterologa con vaccino a mRna agli under 60 che abbiano ricevuto una prima dose con il vaccino di AstraZeneca. I risultati di Com-Cov infatti mostrano che le risposte immunitarie innescate dal mix AstraZeneca (ChAd) e Pfizer-BioNTech (Bnt) sono elevate, con alcune differenze nell’ordine di somministrazione. I dettagli sulle pagine del pre-print di Lancet.

Nelle scorse settimane erano già stati diffusi i risultati sulla reattogenicità del mix vaccinale (testato in over 50). Parlavano di un maggior rischio di effetti collaterali lievi e moderati per la vaccinazione eterologa, senza però che venissero segnalati particolari segnali in materia di sicurezza, aveva spiegato Mattew Snape dell’università di Oxford, a capo dello studio. Oggi dallo stesso trial arrivano anche i risultati sull’efficacia della risposta immunitaria misurata su 463 partecipanti allo studio, che hanno ricevuto le dosi di vaccino a distanza di 28 giorni l’una dall’altra.


Se Covid-19 riduce anche la materia grigia


Nel dettaglio, fanno sapere da Oxford, la migliore risposta cellulare e anticorpale si osserva quando una dose del vaccino Pfizer-BioNTech segue quella AstraZeneca, ma che anche in ordine contrario la risposta anticorpale è maggiore di quella che si osserva con due dosi di AstraZeneca. Nel confronto invece rispetto alla vaccinazione omologa con Pfizer-BioNTech – quella con la maggior risposta anticorpale osservata nello studio – il mix Pfizer-BioNTech seguito da AstraZeneca induce una minor risposta anticorpale. La risposta cellulare – misurata per le cellule T – era maggiore per la combinazione AstraZeneca e poi Pfizer-BioNTech (seguita dalle combinazioni Bnt/ChAd, Bnt/Bnt e ChAd/ChAd). Nel complesso i risultati dicono una cosa: il mix vaccinale sembra essere un’opzione praticabile e perseguibile nell’ottica di rendere le campagne vaccinali più flessibili. Sia guardando a possibili carenze nelle forniture, spiegano gli autori, sia di fronte a nuove scelte e strategie vaccinali (basti pensare al caso italiano).

“Questi risultati sono una guida inestimabile per l’uso di schemi vaccinali misti, anche se l’intervallo di quattro settimane che abbiamo studiato qua è più breve delle 8-12 settimane adottate comunemente per il vaccino di AstraZeneca – ha commentato Snape – Sappiamo che questo intervallo più lungo dà una migliore risposta immunitaria, e presto saranno disponibili i risultati per l’intervallo di 12 settimane”.

Via: Wired.it

Credits: v-a-n-3-ss-a via Pixabay

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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