Salute

Un nuovo vaccino contro la dipendenza da cocaina?

Oltre 2 milioni in tutta Europa, 520 mila solo nel nostro Paese. Sono queste le stime annuali relative al consumo di cocaina in età adulta secondo quanto riportato dall’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction. Stime che salgono se si considerano i giovani tra i 15 e i 34 anni. Tuttavia, se da una parte l’abuso della sostanza sta aumentando sempre di più, dall’altra aumenta anche la consapevolezza di quanto sia difficile uscire dal circolo vizioso innescato dal consumo della sostanza. È questo il motivo che ha spinto i ricercatori dello Scripps Research Institute di La Jolla, in California, a cercare un vaccino contro la dipendenza da cocaina, o che almeno la attenui.

Cos’è la cocaina e da quando la conosciamo

Identificata ed estratta per la prima volta dal chimico tedesco Albert Niemann nella metà del diciannovesimo secolo, la cocaina (che, lo ricordiamo, è uno stupefacente che agisce a livello nervoso derivante dalle foglie della coca, pianta originaria del Sud America principalmente del Perù e della Bolivia) causa una forte dipendenza in chi ne fa uso. Dopo effetti immediati di instancabilità, accentuazione della reattività fisica e mentale e incremento della libido, infatti, il consumatore di cocaina si sente spossato, stanco e completamente privo di energie e questa condizione lo porta ad assumere nuovamente la sostanza. Tale appagamento viene ricercato nonostante gli effetti collaterali negativi provocati, più o meno gravi in base alla dose assunta e alla tolleranza di chi ne fa uso.

La ricerca di un vaccino contro la dipendenza da cocaina

Nell’ultimo decennio sono state ideate diverse terapie di supporto ai tossicodipendenti che hanno scelto di interrompere questa abitudine distruttiva. La dipendenza però è molto difficile da battere. Fino ad ora nessun vaccino contro la dipendenza da cocaina era risultato efficace, così Kim D. Janda e colleghi hanno tentato una strada inesplorata.

Nel loro studio, pubblicato su Molecular Pharmaceutics, i ricercatori statunitensi hanno sfruttato le proprietà di una proteina batterica chiamata flagellina, già utilizzata in altri vaccini. Questa proteina, una volta opportunamente modificata, innesca infatti una reazione del sistema immunitario quando la sostanza entra in circolo nell’organismo, attenuando gli effetti psicotropi della cocaina. In particolare, nell’esperimento, la flagellina agisce sia come carrier (trasportando un aptene della cocaina, contro cui viene montata la risposta immunitaria anticorpale) che come adiuvante.

Il composto è stato testato nei topi e sembra essere molto più incisivo rispetto ai farmaci precedenti. Lo studio dello Scripps Research Institute apre quindi una nuova strada per la progettazione di un vaccino contro la dipendenza da cocaina e da altre sostanze d’abuso.

Riferimenti: American Chemical Society; Molecular Pharmaceutics Doi: 10.1021/mp500520r

Credits immagine: Mycroyance/Flickr CC

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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