Categorie: Salute

“Vedere”, ma con la lingua

Un paio di occhiali neri, e un piccolo dispositivo posizionato sulla lingua: è quanto basta per restituire (almeno in parte) ai ciechi la capacità di vedere. Si tratta di BrainPort V100, un apparecchio prodotto dall’azienda americana Wicab, che trasforma le immagini dell’ambiente in impulsi elettrici che possono essere percepiti con la lingua, e con un po’ di esercizio, permettono di orientarsi e riconoscerne gli oggetti circostanti. Il dispositivo, pensato per affiancare i sistemi già in uso come bastoni e cani guida, è stato recentemente approvato dalla Food and Drug Administration americana, ed è ora disponibile sia negli Stati Uniti che in Europa.

Il BrainPort V100 è composto da un paio di occhiali scuri muniti di videocamera, e di un dispositivo orale fornito di quasi 400 elettrodi, che viene posto in bocca al di sopra della lingua. Le immagini catturate dalla telecamera vengono trasformate da uno speciale software in segnali elettrici, e attraverso il dispositivo, vengono percepite dall’utente come un leggero formicolio sulla lingua. Con l’esercizio, i non vedenti arrivano a interpretare i diversi segnali ricevuti e riconoscere posizione, dimensione, forma ed eventuale movimento degli oggetti.

Per dimostrare l’efficacia del dispositivo, la Wicab ha svolto uno studio su 74 non vedenti, che si sono allenati per un anno ad utilizzare il BrainPort V100. Al termine della ricerca i due terzi di loro avevano imparato a riconoscere gli oggetti che si trovavano di fronte grazie alle informazioni tattili elaborate dal dispositivo, e gli effetti collaterali sono risultati praticamente assenti, limitati a pochissimi casi di piccole bruciature, o un sapore metallico nella bocca.

L’unica nota negativa sembra quindi il prezzo: in America bisogna spendere quasi 10mila dollari per acquistare il BrainPort V100.

via Wired.it

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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