Categorie: Salute

Verso un vaccino personalizzato contro il cancro

Qualche mese fa, il direttore dell’Aifa Luca Pani aveva annunciato che i primi vaccini anti cancro potrebbero vedere la luce già nei prossimi tre anni. E in effetti, i passi in avanti in questo campo continuano spediti. Un esempio recente arriva da uno studio della Gutemberg University, che sulle pagine di Nature dimostra l’efficacia di una nuova strategia, che permette di identificare con estrema rapidità e precisione le caratteristiche molecolari di uno specifico tumore necessarie per realizzare un vaccino. La terapia, sperimentata su topi, ha dimostrato un’estrema efficacia nel combattere diversi tipi di tumori.

Le cellule tumorali non sono altro che normali cellule dell’organismo, che a causa di particolari mutazioni hanno iniziato però a replicarsi indefinitamente, formando una massa di tessuto che cresce in maniera incontrollata. Le stesse mutazioniche portano alla nascita del tumore però possono essere utilizzate come bersagli, per riconoscere i tessuti malati e distruggerli. È questa l’idea alla base di alcuni vaccini anti cancro: riprogrammare il sistema immunitario per identificare e combattere i tumori, come farebbe con un microorganismopatogeno, sfruttando le mutazioni che differenziano il loro dna da quello delle cellule sane.

Sotto il profilo genetico però ogni tumore è differente, e per realizzare una terapia mirata bisogna prima studiare e identificare il set di mutazioni, o mutanoma, presenti nelle cellule tumorali di ogni specifico paziente, per scoprire poi per tentativi quali di queste possono rappresentare bersagli verso cui indirizzare le cellule del sistema immunitario. Un procedimento tutt’altro che semplice, che ha scoraggiato per anni le ricerche su questo tipo di terapie.

Nel loro studio, i ricercatori tedeschi hanno però scoperto che un particolare tipo di cellule immunitarie chiamate linfoticiti T Cd4helper, sono in grado di riconoscere un’ampia percentuale dellemutazioni genetiche delle cellule tumorali, e di scatenare una reazione immunitaria contro le cellule che ne sono portatrici. Utilizzando tecniche di bionformatica per scegliere le mutazioni più promettenti all’interno del mutanoma di uno specifico tumore, e programmando quindi i linfoticiti T Cd4 helper per riconoscerle, è quindi possibile produrre un vaccino personalizzato in tempi di gran lunga inferiori a quanto avveniva fino ad oggi.

Per dimostrare il valore della loro scoperta, i ricercatori tedeschi hanno studiato il mutanoma di tumore del polmone, della pelle e del colon di topi, e hanno realizzato delle sequenze di rna ideate per attivare i linfociti T Cd4 helper contro le cellule di questeneoplasie. Sperimentandole sugli animali, hanno quindi dimostrato che il trattamento risulta estremamente efficacenel contrastare la malattia, aumentando sensibilmente la sopravvivenza dei topi e determinando la riduzione e l’eliminazione delle masse tumorali.

I ricercatori hanno inoltre applicato il loro metodo per studiare anche tumori umani, dimostrando che anche in questo caso sono presenti molte delle mutazioni riconosciute dai linfociti T Cd4 helper. Il nuovo metodo risulta dunque promettente anche per lo sviluppo di vaccini anti cancro da utilizzare sull’uomo, e per nei prossimi mesi è previsto l’inizio di un trial clinico che ne valuterà l’efficacia.

Via: Wired.it

Credits immagine: Wellcome Images via amy dame/Flickr CC

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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