Nelle scorse settimane virus informatici sono stati riscontrati in alcuni telefoni cellulari statunitensi. Secondo New Scientist, il virus, chiamato Cabir, avrebbe iniziato a colpire già lo scorso anno nelle Filippine e da lì si sarebbe poi diffuso. Agisce consumando in poco tempo la batteria e trasmettendo dati personali a tutti i cellulari nelle vicinanze. È stato ideato da un gruppo europeo di hacker, chiamato ‘29a’, e sfrutta la tecnologia Bluetooth per connettersi a cellulari che utilizzano il sistema operativo Symbian. Un nuovo pericolo? Per ora no. Come spiega Oliver Friedrichs, della Symantec (società di sicurezza informatica), ancora pochi telefoni usano la tecnologia su cui il virus circola, tuttavia questo potrebbe essere solo il primo di una nuova generazione di virus molto complicati da inibire: i processori dei nuovi cellulari, infatti, sono sempre più specializzati in connessioni con pc, gestiscono foto e informazioni in numero sempre maggiore, ma non sono affatto in grado di proteggersi da intrusioni nei codici di programmazione, provenienti proprio dai terminali a cui si connettono. Gli antivirus a disposizione nei computer, sono implementati per sistemi operativi ad alto livello di gestione, quindi risultano inutilizzabili nei cellulari. I primi antivirus specifici per telefonia mobile sono già attivi ma l’incertezza su come questa problematica potrà evolvere, reclamerà di sicuro un impegno crescente da parte delle aziende di questo settore. (m.zi.)
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