Una crema topica è capace di migliorare le macchie tipiche della vitiligine. La crema in questione è a base di ruxolitinib, un farmaco già approvato per alcune malattie del sangue, e potrebbe rivoluzionare i trattamenti contro la vitiligine, una malattia della pelle che pur non mettendo in pericolo chi ne soffre può avere un impatto fortissimo sulla sfera sociale ed emotiva. La notizia arriva a margine del congresso di dermatologia che si è concluso da poco a Milano, presentata nel corso del meeting da parte di un team di ricercatori del Tufs Medical Center di Boston.
La vitiligine è nota per essere una malattia che determina la comparsa di caratteristiche macchie bianche, decolorate, sulla pelle. Un effetto dovuto alla scomparsa o alla perdita di funzione delle cellule che producono la melanina, il pigmento scuro che partecipa, tra l’altro, alla colorazione della pelle sì, ma anche dei capelli e dell’occhio. Per questo tra le caratteristiche distintive della vitiligine vengono elencati anche la perdita del colore dei capelli, delle ciglia o della barba, dell’occhio, nonché delle mucose come quelle della bocca. Può colpire chiunque, compare generalmente in giovane età, e se nella maggior parte dei casi si manifesta su viso, mani, braccia e piedi, alcune forme possono essere localizzate solo ad alcune aree. Cosa causi la malattia non è chiaro: si parla di meccanismi autoimmuni, per cui il sistema immunitario attacca e distrugge i melanociti (le cellule che producono melanina) o che eventi traumatici, come una scottatura, possano scatenarne la comparsa. Al mondo si stima che siano milioni le persone che ne soffrono, circa 50 dicono dal Tufts Medical Center.
“I trattamenti disponibili al momento, come la fototerapia, i corticosteroidi topici e gli inibitori della calcineurina hanno efficacia limitata”, ha commentato David Rosmarin, a capo dello studio. Da tempo una delle strategie contro la malattia è quella di guardare oltre, cercando di capire per esempio se farmaci approvati per il trattamento di altre patologie possano essere utili anche nella vitiligine. In questo caso i ricercatori hanno testato l’efficacia del ruxolitinib, un medicinale impiegato nel trattamento di alcune patologie del sangue, e lo hanno confrontato con un placebo, in quello che sostengono essere il più grande studio clinico randomizzato sul tema. Ruxolitinib è un inibitore di alcuni enzimi che influenzano l’ematopoiesi e il sistema immunitario.
In totale sono stati coinvolti 157 pazienti, alcuni hanno ricevuto una crema a base di ruxolitinib due volte al giorno, altri un placebo nelle aree interessate dalla vitiligine. In metà dei pazienti che avevano ricevuto ruxolitinib si è avuto un “miglioramento” del 50% nelle macchie di vitiligine della pelle, raccontano gli scienziati (contro il 3% del gruppo controllo). Acne, un po’ di arrossamento e irritazione gli effetti collaterali, nel complesso i ricercatori parlano di un trattamento sicuro che potrebbe rivoluzionare il trattamento di chi soffre di viligine. Magari in abbinamento ad altre strategie di cura, come la fototerapia.
Riferimenti: Tufts Medical Center
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