Categorie: SaluteSocietà

World Aids Day 2013: attenzione agli adolescenti

Il 1 dicembre è come ogni anno a partire dal 1988 il World Aids Day, un’occasione per fare il punto sui successi delle campagne di prevenzione, sugli esisti e l’efficacia delle terapie attualmente disponibili e sullo stato attuale delle infezioni da Hiv. Per il 2013 quello che i dati raccontano è questo: le terapie antiretrovirali funzionano, hanno trasformato una malattia mortale in una condizione cronica, come ricorda Medici senza frontiere, ma sono ancora molti, troppi, i malati che non hanno accesso alle terapie. E ancora troppi sono i casi di nuove infezioni e i morti, soprattutto tra i giovani.

Entrando nel merito dei numeri ecco i particolari: si calcola che al 2012 nel mondo le persone infettate dal virus dell’Hiv fosse oltre il 35 milioni, con l’Africa Sub-sahariana come la zona più colpita. Di queste solo 9.7 milioni ricevono le terapie antiretrovirali (Art) nei paesi a basso e medio reddito – efficaci anche come strumento di prevenzione contro la trasmissione del virus -, mentre secondo le nuove linee guida sarebbero circa 19 milioni le persone eleggibili per la Art ma che non hanno accesso ai trattamenti. Anche per i casi di nuove infezioni le cose non vanno meglio: nel 2012 sono state 2,3 milioni quelli registrati a livello mondiale, in Italia quasi 4000. 1,6 milioni sono invece le morti segnalate lo scorso anno riconducibili all’Hiv/Aids; un numero che diventa ancora più spaventoso se rapportato ai decessi giornalieri: oltre i 4000 al dì.

E la conta dei morti non è la stessa per tutte le fasce d’età. L’Oms scrive infatti che se mentre tra il 2005-2012 i morti per cause riconducibili all’Aids sono scesi del 30% nella popolazione in generale, per la fascia degli adolescenti la mortalità per lo stesso periodo è cresciuta del 50%. Per questo, in occasione del World Aids Day l’Oms lancia un appello e una serie di raccomandazioni perché vengano aumentati i test, il counselling e l’accesso ai trattamenti a questa fascia della popolazione così colpita, pari a 2 milioni di persone di età compresa tra i 10 e i 19 anni d’età.

I motivi del perché gli adolescenti debbano ricevere un’attenzione particolari nella lotta all’Aids, eccoli, nelle parole di Gottfried Hirnschall, direttore Dipartimento Hiv/Aids dell’Oms: “Gli adolescenti devono affrontare le pressioni emotive e sociali difficili e spesso sono confusi man mano che crescono e da bambini diventano adulti. Gli adolescenti hanno bisogno di servizi sanitari e di assistenza, pensati su misura per le loro esigenze. Hanno meno probabilità degli adulti di essere testati per l’Hiv e spesso hanno bisogno di maggiore sostegno rispetto agli adulti per seguire la cura e ad attenersi al trattamento”.

Riferimenti: Msf; Who

Credits immagine: jacilluch/Flickr

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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