Se non vedete Einstein avete problemi alla vista

Chi vedete ritratto nell’immagine qui sopra? Se ricordate il famigerato the dress, che ha infiammato la rete nelle scorse settimane, saprete bene che anche se la risposta a voi sembra scontata potrebbe non essere necessariamente corretta. Nella foto in effetti può essere riconosciuto sia il faccione di Albert Einstein sia il più aggraziato viso di Marilyn Monroe. In questo caso, però, vedere una o l’altro volto ha precise conseguenze: se vedete Marilyn infatti il consiglio è di correre a sottoporvi ad una bella visita oculistica. Si tratta infatti di una cosiddetta immagine ibrida che contiene i particolari di entrambi i volti, ma in cui quello di Marilyn può essere notato solamente in due circostanze: se si osserva la foto da molto lontano, o se si soffre di problemi di vista.

L’illusione ottica in questione non è nuova. È stata infatti realizza nel 2007 da un team di ricercatori dell’Mit, per studiare in che modo, e con quale velocità, il nostro cervello processa gli stimoli visivi. A riproporla negli scorsi giorni, sull’onda dell’interesse per le illusioni ottiche suscitato dal camaleontico vestito (blu e nero) sono stati gli autori di Asap Science, che ne hanno spiegato il funzionamento in questo video:

Fondamentalmente, l’immagine è formata dalla sovraimpressione di due foto, una delle quali (quella di Einstein) è composta da molti più pixel e quindi più dettagliata, mentre l’altra (quella di Marilyn) è estremamente sfocata. Per questo motivo guardando l’immagine da vicino riusciamo a cogliere di norma tutti i dettagli e ci appare il volto del grande fisico, mentre allontanandosi (o in caso di problemi di vista) l’immagine sfocata dell’attrice prende il sopravvento.

All’Mit l’illusione ottica è stata utilizzata negli ultimi anni in una serie di esperimenti, che hanno permesso di scoprire quanto tempo impiega in media il cervello per cogliere i particolari di un’immagine. Nei loro esperimenti, i ricercatori hanno mostrato la foto a una serie di volontari per periodi di tempo sempre minori, scoprendo che osservandola per non più di 30 millisecondi può essere distinto unicamente il volto di Marilyn. Per riconoscere il viso di Einstein, in assenza di problemi alla vista, sono necessari invece all’incirca 150 millisecondi.

La spiegazione data dai ricercatori del Mit è che il nostro cervello analizzi come prima cosa le immagini nel loro insieme, processando i dettagli (cioè i particolari che in questo caso fanno emergere il volto di Einstein) solo in un secondo momento. Secondo gli scienziati queste scoperte potrebbero essere sfruttate nel campo della pubblicità o in quello del design, per esempio per realizzare loghi che cambiano quando li si osserva da una certa distanza. Se l’immagine vi ha divertito, sul sito dell’Mit potete comunque trovarne molte altre.

via Wired.it

Credits immagine: Aude Oliva Mit

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