Bere tanta acqua riduce l’appetito

Appetito
(Foto: ktoine/Flickr)
Appetito
(Foto: ktoine/Flickr)

Evitare le abbuffate, notoriamente dannose per la salute e per l’estetica, specie in tempi di prova costume, potrebbe essere facile come bere un bicchier d’acqua. Letteralmente: a rivelarlo è un gruppo di ricerca dell’Università Wageningen in Olanda, che ha osservato per la prima volta, in contemporanea, l’attività di stomaco e cervello e lo stato di sazietà durante i pasti. Le conclusioni sono state comunicate al meeting annuale della Society for the Study of Ingestive Behavior, tenutosi a Porto, in Portogallo, dove è emerso che un semplice cambio di abitudine – come il bere più acqua, per l’appunto – può alterare sensibilmente i messaggi dello stomaco verso il cervello inviando a quest’ultimo un segnale di sazietà. Ma la grande novità della ricerca riguarda il metodo utilizzato, che potrà essere molto utile nello studio dei meccanismi fisiologici dell’appetito.

Nell’esperimento, i ricercatori hanno raccolto dati da 19 partecipanti nel corso di due sessioni separate, ciascuna delle quali caratterizzata da un differente consumo dei pasti. Ai partecipanti è stato fatto bere del milk-shake a stomaco vuoto, seguito da un bicchiere d’acqua piccolo (50 ml) in un caso e da un bicchiere grande (350 ml) nell’altro. In entrambi i test gli scienziati hanno eseguito una risonanza magnetica funzionale per vedere quanto le differenti dosi di acqua allargassero le pareti dello stomaco. Nei soggetti che avevano bevuto più acqua, lo stomaco appariva grande il doppio rispetto agli altri. I volontari, inoltre, si sono detti tanto più sazi quanta più acqua avevano bevuto.

Tac appetito
(Immagine: G. Camps, R. Veit, M. Mars, C. De Graaf, P. Smeets)

“Combinare diversi tipi di misurazione insieme è un’impresa difficile, perché gli Mri sono costruiti per un solo tipo di attività. Ma presto avremo degli scanner idonei a questo tipo di ricerca” ha spiegato Guido Camps, alla guida dello studio. Secondo gli scienziati questo nuovo approccio integrato aiuterà i ricercatori a scoprire indizi su molte questioni ancora aperte, come l’attivazione di un’area del cervello chiamata giro temporale medio, ritenuta in qualche modo influenzata dall’aumento di acqua bevuta nel corso dell’esperimento.

Gli scienziati dell’Università Wageningen hanno sviluppato l’approccio combinato a base di risonanza magnetica funzionale come parte dello European Nudge-it research project, che si pone l’obiettivo di scoprire qual è il miglior modo di mangiare al fine di ottenere un’alimentazione più salutare. I membri del progetto useranno il nuovo metodo per intercettare i segnali del cervello che guidano la decisione di smettere di mangiare, e questo aiuterà a capire come la giusta combinazione tra acqua e cibo possa velocizzare la sazietà.

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