La Monsanto apre le porte all’editing genetico con Crispr

(Foto: Giulian Frisoni/Flickr CC)
(Foto: Giulian Frisoni/Flickr CC)
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Il gigante dell’agricoltura Monsanto ha aperto le sue porte alla Crispr-Cas9, la tecnica del copia e incolla del Dna (editing genetico), che consente di modificare il genoma degli organismi in maniera molto precisa e veloce. La multinazionale ha così ottenuto la licenza per impiegare questa nuova tecnica in agricoltura, e più precisamente per lo sviluppo del seme. Un passo questo che probabilmente accelererà e semplificherà la creazione di colture resistenti alla siccità o di proprietà più piacevoli per il consumatore, come per esempio l’olio di soia con grassi sani come quelli dell’olio d’oliva.

Tuttavia, l’accordo, preso con il Broad Institute di Cambridge, l’Istituto di ricerca di Mit e Harvard, prevede alcune restrizioni: la Monsanto non potrà produrre sementi sterili che indurrebbe gli agricoltori in uno stato di dipendenza; non potrà utilizzare la tecnica per qualsiasi ricerca e sviluppo nel settore del tabacco legate al fumo e non potrà introdurre il “gene drive”, ovvero un meccanismo che porta a mutazioni artificiali di una specie intera e che potrebbe avere sviluppi imprevedibili.

Dal 2013 il Broad Institute ha emesso più di una dozzina di licenze per la ricerca commerciale che utilizza l’editing genetico, ma questa è la prima concessa per uso agricolo. “Proprio come in biomedicina, l’uso della Crispr in agricoltura solleva importanti questioni etiche e di sicurezza”, spiegano gli esperti del Broad Institute. “La tecnica di editing genetico rappresenta un modo molto preciso per migliorare significativamente nuove ricerche che possono portare importanti beneficia alla salute umana e all’agricoltura, rendendo per esempio la produzione alimentare più vantaggiosa e conveniente. La crescita accelerata delle colture, la resistenza ai parassiti, e un più alto beneficio nutrizionale potrebbero così diventare possibili”.

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