Chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari: ci siamo

    Ci siamo quasi: il prossimo 31 marzo scade l’ultima proroga decisa dalla Camera lo scorso anno, e gli Opg (o Ospedali Psichiatrici Giudiziari) dovrebbero essere chiusi definitivamente. I circa 700 pazienti ancora ospitati (o internati) nelle strutture saranno affidati ai servizi sanitari territoriali delle regioni di appartenenza, e per i pochi casi ritenuti troppo pericolosi per essere dimessi saranno approntate nuove residenze definite Rems (residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria), dove saranno seguiti però da personale sanitario, non più quindi nell’ambito del sistema penitenziario.

    Questo almeno è quello che prevede la legge, ma visti i continui rinvii che hanno caratterizzato la chiusura definitiva degli Opg (nonostante i tanti scandali sulla gestione dei pazienti degli scorsi anni), le associazioni che compongono il comitato stopOPG hanno deciso o di lanciare un’iniziativa per assicurarsi che la scadenza, questa volta, sia rispettata: un digiuno a staffetta per tutto il mese di marzo, accompagnato da manifestazioni a Cagliari, Firenze, Milano, Roma, Napoli, Venezia e altre città della penisola.

    L’appello lanciato dalle associazioni rivendica obbiettivi precisi: la chiusura definitiva degli ospedali psichiatrici giudiziari, senza proroghe e senza trucchi, la nomina di un commissario che vigili sull’attuazione della legge 81/2014 per il superamento delgi Opg, lo stop dei nuovi ingressi nelle strutture, misure volte a favorire la dimissione dei pazienti, e la garanzia di buone pratiche per la salute mentale e l’assistenza socio sanitaria sul territorio. La preoccupazione, infatti, è che i Rems dove dovrebbero essere ospitati i malati ritenuti non dimissibili, si trasformino in una sorta di nuovi Opg in miniatura, nullificando di fatto i progressi ottenuti con la nuova legge. Per questo, le associazioni chiedono che i Rems siano drasticamente ridotti nel numero, per arrivare col tempo al loro definitivo superamento.

    “Il numero di uomini e donne internati negli Opg è sceso notevolmente in questi ultimi anni: erano 1400 nel 2011, ora sono meno di 800 – secondo le Relazioni del Governo – le persone ancora rinchiuse nei sei manicomi giudiziari (Barcellona Pozzo di Gotto, Aversa, Napoli, Montelupo Fiorentino, Reggio Emilia, Castiglione delle Stiviere)”, si legge in una nota diffusa dal comitato StopOPG. “Grazie all’ultima legge, approvata a maggio 2104, che privilegia le misure non detentive alternative all’internamento in Opg, le persone cosiddette non dimissibili sono rimaste davvero una piccola minoranza. Ma i nuovi ingressi continuano e c’è il pericolo che al posto degli Opg crescano nuove strutture manicomiali, le cosiddette Rems (i mini Opg), in cui si continuerà ad internare le persone invece che curarle”.

    Credits immagine:  giorgio raffaelli/Flickr

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