La nutrice del faraone

Per millenni l’Egitto ha continuato a suscitare fantasie e leggende. Spesso la sua storia si è colorata di mito. E nonostante i molti reperti giunti fino a noi, nonostante la possibilità di interpretare i loro geroglifici, nonostante generazioni di archeologi abbiano dedicato la loro vita al popolo dei Faraoni, questa civiltà così complessa e affascinante conserva ancora intatti molti dei suoi misteri. A volte, dalle sabbie del deserto emergono nuovi tasselli che serviranno a svelarne alcuni. Come è successo nelle settimane scorse a Saqqara, una trentina di chilometri a sud-ovest del Cairo. E’ qui, nella famose Valle dei templi, che è tornata alla luce la tomba rupestre di Maya, la nutrice di Tutankhamun. Il ragazzo-faraone della XVIII dinastia che regnò dal 1333 al 1323 prima di Cristo nel periodo detto del Nuovo Regno, e morì a 18 anni.

La tomba scoperta dall’archeologo Alain Zivie, che dirige la missione francese nella regione, potrebbe svelare le origini misteriose di Tutankhamun e aprire pagine nuove di storia. Dell’ importanza della scoperta Galileo ha parlato con l’ egittologa Edda Bresciani, direttore della missione archeologica in Egitto dell’Università di Pisa, che attualmente sta scavando proprio a Saqqara, poco distante dal sito del ritrovamento.

Professoressa Bresciani, 75 anni dopo la scoperta della tomba di Tutankhamun a Luxor, vicino a Saqqara, gli archeologi francesi hanno ora ritrovato la tomba della sua nutrice Maya. Pensa che ci darà finalmente delle risposte sul mistero del giovane faraone o apre nuovi quesiti?

“Delle origini di Tutankhamun, della sua famiglia e della sua infanzia sappiamo veramente pochissimo. Più che porre quesiti, questo reperto dà alcune risposte.Tutankhamun era stato allevato in un harem, cioè un palazzo in cui vivevano le regine madri, ma anche le concubine, le seconde spose e i loro figli. Tutti i principi venivano allevati in questi luoghi. Ora il ritrovamento della tomba della nutrice a Saqqara, necropoli dell’antica città di Menphis, ci svela che Tutankhamun non è stato allevato nell’harem di Tebe, come si credeva, ma nel palazzo di Menphis. E’ importante perchè non si è mai saputo nulla dei suoi genitori, o dei fratelli. Questa scoperta indica che probabilmente il faraone era il figlio di qualcuno che viveva nel palazzo di Menphis. Altro dato storico che emerge da questo ritrovamento è che Menphis, la prima capitale dell’Egitto fondata dal primo re della prima dinastia, ha sempre mantenuto la sua importanza anche quando la capitale era altrove. Certo, di più lo sapremo al termine degli scavi quando saranno si potranno studiare il sarcofago e tutti gli altri reperti”.

Il rilievo trovato all’entrata della tomba mostra la nutrice Maya mentre allatta attorniata dalla corte. Dunque le balie in Egitto erano tenute in gran considerazione?

“La rappresentazione di una donna, in questo caso addirittura mentre allatta, è una cosa eccezionale. Solo alcune dee venivano rappresentate in questo atto. Dunque in questo rilievo Maya è paragonata a una dea senza essere la regina. Certo, le nutrici erano tenute in gran considerazione perchè davano il latte. Ma spesso non erano neanche nobili. La nobiltà gli derivava dal contatto con il bambino. Maya può essere paragonata alla balia di Luigi XIV: erano madri alternative della madre vera. Inoltre non è frequente vedere rappresentate le donne nutrici. I principi erano seguiti da una schiera di tutori e di solito nei rilievi si vedono loro con i bambini in braccio”.

Conosciamo altri esempi di nutrici di faraoni?

“Certo. Recentemente e stato ritrovato un geroglifico con una balia e tre bambini in grembo. Un bellissimo pezzo, ma la donna non li allatta. I bambini sono solo seduti. Un’altra tomba dedicata ad una nutrice è stata trovata a Tebe dal “nonno” dell’egittologia italiana, Ippolito Rosellini, insieme all’archeologo francese Jean-Francois Champollion che nel 1828 con una spedizione franco – toscana in Egitto la riportò alla luce. I reperti di questa spedizione si trovano al museo egittologico di Firenze. Ma resta la differenza sostanziale con Maya: è l’unica ad essere stata ritratta mentre nutre il re”.

Si aspettava una scoperta così importante e così vicino al suo scavo?

“Non mi meraviglia che Alain Zivie, con cui lavoriamo a meno di trecento metri di distanza, abbia fatto questa scoperta così importante. Da molti anni ci troviamo impegnati negli scavi in questa necropoli. Io dirigo una missione nella zona meridionale. Zivie, invece, scava nella parte più a nord. Il filone che da tempo segue è di cercare tombe rupestri risalenti al periodo del Nuovo regno che iniziò nel 1580 avanti Cristo. La scoperta è solo la conseguenza di queste lunghe e impegnative esplorazioni, condotte molto bene. Zivie non solo trova, ma sa anche capire quello che trova. Ora la tomba rupestre è in cattivo stato, ma sono convinta che lui saprà restaurarla e conservarla. E gli auguro che nel continuare l’esplorazione delle stanze questa scoperta si confermi come una delle più importanti del secolo”.

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