Il battesimo dell’astromineralogia

I cristalli silicati, i minerali più diffusi sulla terra, si trovano anche nello Spazio e possono essere classificati. A rilevarne la presenza intorno alle stelle più antiche e ai dischi protoplanetari, i corpi celesti dove si formano i pianeti, è stato il telescopio a raggi infrarossi dell’Esa, l’agenzia spaziale europea. Questa scoperta, secondo Rens Waters, astronomo dell’Università di Amsterdam, apre un nuovo campo di ricerca in astronomia: l’astromineralogia. Mentre infatti era già nota la presenza dei minerali silicati nella polvere spaziale, è stata una sorpresa trovarli in forma cristallizzata. Gli astronomi hanno così avanzato le prime ipotesi sulla loro formazione. In questo modo si potranno ottenere anche dei dati sulla storia evolutiva dei corpi astronomici ricoperti dai minerali in questione. Nel caso delle stelle la cristallizzazione dei silicati sarebbe stata provocata dalle alte temperature; nei dischi protoplanetari, invece, questa potrebbe essere l’effetto di shock elettrici, simili a flash di luce. I cristalli rilevati dal telescopio dell’Esa potranno essere anche classificati perché non sono amorfi, come fino a oggi si credeva, ma possiedono una struttura interna. Quelli che circondano i dischi protoplanetari, poi, tendono a unirsi fino a formare dei corpi sempre più grandi e, secondo i modelli ricostruiti in laboratorio, nel lungo periodo, potrebbero dar vita a dei veri e propri pianeti.(p.c.)

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