Missione europea per convincere Bush

La decisione americana di non ratificare il protocollo di Kyoto preoccupa molto la Comunità Europea. La prossima settimana una troika, cioè una delegazione composta da membri della U.E., dalla presidenza svedese e dalla futura presidenza belga, si recherà a Washington. Gli obiettivi che gli europei vogliono raggiungere sono due. Far tornare sui propri passi il presidente Bush evitando di bloccare ulteriormente un accordo che già da troppi anni aspetta di essere ratificato. Essere sicuri, inoltre, della partecipazione americana, il luglio prossimo, all’incontro di Bonn sull’argomento. Da parte sua, il presidente americano, pur ammettendo l’esistenza del problema dei gas serra, non riconosce gli obiettivi, i tempi e i modi di attuazione dell’accordo di Kyoto. Le sue affermazioni, inoltre, sono sostenute dall’agenzia governativa Enviromental Protection Agency (Epa) che accusa gli altri Paesi industrializzati di essere i primi a non aver ratificato ancora l’accordo e che si sta impegnando a stilare un documento che proponga un’alternativa al protocollo di Kyoto. Ma la questione per gli Stati Uniti è sia politica che economica: l’attuale crisi energetica non consente al Paese un taglio drastico delle emissioni di biossido di carbonio. Che sono circa il 25 per cento del totale mondiale. (a.s.)

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