Sulle tracce dello squalo elefante

Nei giorni scorsi un branco di grossi mansueti squali elefante è stato visto nuotare a circa sette miglia dalla costa di Fano, in provincia di Pesaro: una presenza inconsueta nei nostri mari, che non è sfuggita ai ricercatori dell’Icram, l’Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare. Che infatti si sono immediatamente attivati per non perdere l’occasione per studiare questa specie, poco nota e a rischio di estinzione. E così, fra lunedì e martedì prossimi, è prevista una manovra di avvicinamento al branco per applicare dei sensori sul dorso di alcuni esemplari. Le sonde, fissate agli animali in modo per loro indolore, permetteranno di rilevare i percorsi delle migrazioni degli squali cetorini e, forse, di svelare il mistero della loro apparente scomparsa durante l’inverno, quando si inabissano a enormi profondità. “Le acque pulite dell’Adriatico ricche di zooplancton e con una temperatura ideale ”, spiega Attilio Rinaldi, direttore dell’Istituto di ricerca del Ministero dell’ambiente, “hanno attirato questi splendidi, innocui esemplari della famiglia dei Selaci”. L’operazione sarà attuata in collaborazione con Daphne, l’unità operativa di biologia marina dell’Emilia Romagna. (a.c.)

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