Così ti moltiplico il prione

La ricerca sui prioni, le proteine mutate responsabili del morbo della mucca pazza, potrebbe presto permettere la diagnosi della malattia anche in assenza di sintomi. Fino a oggi, infatti, era difficile anche evidenziare la presenza dei prioni nel sangue a causa del loro esiguo numero. Su questo problema, due diversi team di ricercatori hanno concentrato le loro energie e il risultato sembra incoraggiante. Un’équipe composta da studiosi dell’Università di Oxford in collaborazione con l’Istituto per la Salute Animale nel Berkshire, coordinata dal patologo William James, utilizzando strisce artificiali di Rna (una molecola di acido nucleico che, a contatto con il Dna avvia nel nucleo della cellula la produzione delle proteine) ne ha selezionata una in grado di legarsi 100 volte meglio al Dna dei prioni infettati rispetto a quelli normali. Amplificandone così il numero e conseguentemente la probabilità di individuarli nel sangue. Invece la ricerca del gruppo farmaceutico Serono di Ginevra, condotta da Silvano Fumero, tramite gli ultrasuoni è riuscita ad aumentare il numero dei prioni spezzando il blocco inerte che questi formavano ogni qualvolta si tentava di moltiplicarne il numero. “A livello di laboratorio”, ha aggiunto Fumero, “questa metodologia sarà presto applicabile nella diagnostica, in associazione con i test esistenti”. Oltre la diagnosi preventiva, affermano gli scienziati della Serono, osservare da vicino le caratteristiche di reazione del prione e il meccanismo che sottostà alla sua riproduzione, permetterà di comprendere meglio i fattori che lo trasformano in un pericoloso agente biologico. (a. s.)

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