Il cappellano del Diavolo

Richard DawkinsIl cappellano del DiavoloRaffaello Cortina, 2004pp.347, euro 22,95Il titolo del volume è una citazione da una lettera che Charles Darwin scrisse a Joseph Hooker nel 1856, prima ancora che venisse pubblicata l’”Origine delle specie”: “Quale libro potrebbe scrivere un cappellano del Diavolo sulle rozze, dannose, erronee, basse e orribilmente crudeli azioni della natura?” Darwin aveva già in mente la teoria della selezione naturale, un processo per tentativi ed errori che sicuramente, come Dawkins fa notare, si muove attraverso azioni crudeli, rozze, dannose ed erronee. Si pensi per esempio alla coevoluzione tra preda e predatore e alla continua “corsa agli armamenti” che le due specie contendenti affrontano: “l’eleganza nella corsa di ghepardi e gazzelle è acquistata al prezzo di un altissimo costo in sangue e sofferenza di innumerevoli predecessori, da entrambe le parti”. Per fortuna, i risultati di questo processo non sono rozzi: anzi, ciò che colpisce è proprio l’apparente perfezione che l’evoluzione è riuscita a ottenere nel corso dei millenni. Dawkins ormai da anni predica da molti pulpiti il verbo darwiniano dell’evoluzione, con toni accesi e prosa – quasi sempre – felice. Questo volume, uscito in originale nel 2003, ne è un esempio. È infatti una raccolta di articoli pubblicati nel corso degli ultimi anni: articoli di giornale, recensioni, promemoria per il primo ministro inglese Tony Blair, più l’inedito che porta il titolo della raccolta. Di conseguenza, i saggi toccano i più diversi argomenti. Il tema portante è ovviamente il darwinismo e le sue diverse declinazioni odierne. Tuttavia Dawkins non si limita a questo, sperimentando la sua vena retorica e scientifica su argomenti quali il postmodernismo e i diritti degli animali. In più, vi è una sezione dedicata ai necrologi dedicati a colleghi e amici, in cui la penna di Dawkins spazia verso molti lidi.La lettura del volume è sicuramente godibile e accessibile anche ai lettori digiuni di materie scientifiche, richiedendo comunque una giusta attenzione alle sottigliezze scientifiche che fanno spesso capolino in diversi saggi. Il profano sarà probabilmente colpito dal tono molto assertivo – quasi apodittico – di molti passi del libro, probabilmente dettato dalla brevità dei saggi che non ha consentito di allargare e dettagliare le discussioni. Dawkins non è d’altra parte noto per la sua modestia. Il lettore più accorto e al corrente delle controversie nell’ambito delle scienze della vita, individuerà invece molti “trucchi” retorici, primo fra tutti l’abilità di ricostruire ad hoc le posizioni dei suoi oppositori, selezionandone accuratamente i punti per poterli più facilmente attaccare. Di particolare interesse è comunque la sezione dedicata allo scontro ormai trentennale con Stephen Jay Gould sulla natura e le forze motrici del processo evolutivo (su questo dibattito Cortina ha pubblicato un interessante volume lo scorso anno), che raccoglie alcune recensioni e uno scambio epistolare incompiuto a causa della scomparsa di quest’ultimo nel 2002. Proprio questo triste evento ha fatto sì che Dawkins sia rimasto probabilmente il miglior divulgatore della teoria dell’evoluzione. Questo volume, che pur riflettendo fortemente le peculiari inclinazioni teoriche dell’autore esprime con chiarezza molti punti fondamentali della visione darwiniana, ne è la prova.

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