L’Universo filante

Un’immagine alternativa dell’Universo dopo il Big Bang? Eccola: al posto di ammassi di materia oscura fredda, che comprime nuvole di gas fino a farle ‘condensare’ in stelle, possiamo immaginare filamenti rarefatti e caldi, che si estendono nello spazio per migliaia di anni luce.

A fornire il modello alternativo di ciò che accadde relativamente poco dopo la nascita del nostro Universo, sono i fisici teorici Liang Gao dell’Università di Durham (Gb) e Tom Theuns, dell’Università di Antwerp (Belgio). La suggestiva ipotesi, presentata questa settimana su Science, scaturisce da una simulazione a un supercomputer, messa a punto dai ricercatori stessi. Oltre alla materia oscura fredda che non emette radiazioni, i dati suggeriscono la possibile coesistenza di un’altra forma di materia oscura, in grado di emettere calore.

Secondo le attuali teorie cosmologiche, milioni di anni dopo il Big Bang, l’Universo era ancora buio e gli unici elementi presenti erano l’idrogeno e l’elio incandescenti. In qualche modo, questi gas si sarebbero poi addensati fino a formare le stelle e queste, a loro volta, le galassie. Le teorie attuali  ricorrono alla materia oscura fredda per spiegare la compressione dei gas fino all’innesco delle reazioni nucleari tipiche delle stelle.
Per gli autori del nuovo modello, invece, se la materia oscura calda esistesse, non avrebbe formato ammassi, ma si sarebbe “stirata” in filamenti, lunghi migliaia di anni luce e pesanti come milioni soli. In questo processo, avrebbe attratto a sé i gas primordiali (idrogeno e elio) in quantità sufficienti a innescare le prime reazioni e a formare, quindi, le stelle. La teoria fornisce anche una possibile spiegazione all’origine dei buchi neri supermassivi, che sembrano essere ancorati a tutte le grandi galassie. (t.m.)

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