Colpi di genio

    Tom Philbin
    Le cento grandi invenzioni
    Hobby & Work 2008, pp.359, euro 16,00

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    La gente non sa quante delle idee e delle teorie vengano ridotte al silenzio e soffocate dallo stesso senso critico e dalla severità del giudizio di chi le immagina. Non sa che, persino nei casi più fortunati, neanche un decimo delle congetture, dei risultati sperati e attesi, delle conclusioni preliminari viene alla luce. Lo diceva Michael Faraday, il costruttore del primo motore elettrico, ed è probabilmente vero: si tratta di un numero inimmaginabile. Altrettanto innumerevoli, però, sono quelle idee che, magari per caso o dopo secoli di congetture, si concretizzano. Tra queste ve ne sono alcune – in realtà si tratta di un numero enorme anche questa volta – che hanno cambiato la storia dell’umanità. Tom Philbin, giornalista e scrittore statunitense, ne ha scelte cento, quelle che a suo giudizio sono tra le più rivoluzionarie, e le ha raccontate in un libro.

    Un inizio scontato quanto irrinunciabile – si parte dalla ruota – per arrivare a una chiusura decisamente meno ovvia, visto che l’ultima invenzione di cui si racconta è quella del videoregistratore. Nel libro non si segue la cronologia: l’autore ha stabilito un suo personale ordine di importanza e lo ha seguito. Così dopo la storia di raggi, assi e strade che hanno facilitato il rotolamento, si passa subito alla lampadina e al suo geniale inventore, Thomas Alva Edison, dipinto come un uomo stacanovista, spesso volgare, che preferiva il pavimento alla sputacchiera per non correre il rischio di “tirare a vuoto”. L’invenzione della stampa è la terza classificata, seguita da telefono e televisione.

    Il libro fa parte di una collana di saggi storici della Hobby & Work, che annovera anche titoli come “I cento grandi scienziati”, nonché “I cento grandi italiani”. Fatte le dovute premesse sulla differenza tra invenzione e scoperta (ovvero sul fatto che la prima è frutto della creatività e dell’ingegno, mentre la seconda è la conoscenza, acquisita in modo casuale o meno, di un qualcosa che esiste e si verifica indipendentemente dal fatto che la immaginiamo o la desideriamo), si passa al sistema di valutazione. La domanda che secondo Philbin dobbiamo porci qualora volessimo provare a giudicare l’importanza di una invenzione è “Come sarebbe la nostra vita senza?”. Per esempio, quanto sentireste la mancanza del frullatore? Probabilmente più di un temperamatite e molto meno di una lavatrice.

    Partendo dall’assunto che non esista un criterio oggettivo, per stilare la sua “top 100” Philbin ha considerato l’impatto che le invenzioni hanno avuto sugli esseri umani. Intendendo, con questo termine, la loro capacità di proteggere, prolungare, facilitare, migliorare la vita. Che abbiano, cioè, cambiato il nostro modo di vivere. Che si abbia da ridire o meno sull’importanza data dall’autore alle invenzioni (non credo possa essere stabilito un ordine che metta tutti d’accordo), o che si trovi un’imperdonabile dimenticanza nell’elenco, il libro è una fonte preziosa di informazioni, storie e aneddoti. Dopo aver soddisfatto e divertito il lettore avido di gossip scientifici, sarà utile per rinfrescare la memoria su una tal storia o sul tal personaggio. Studente e docenti, invece, vi potranno trovare quello che i libri di testo scolastici non dicono. Adatto dai 13 anni in su.

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