Anche l’Ue dice sì alla pillola dei 5 giorni dopo senza ricetta

Lo scorso novembre c’era stato il sì dell’Agenzia del farmaco europea (Ema), e si attendeva il parere della Commissione europea. Parere che ora è arrivato, e che in accordo all’Emma, stabilisce che la cosiddetta pillola dei 5 giorni dopo (nome commerciale ellaOne, principio attivo Ulipristral acetato) debba essere disponibile in farmacia senza ricetta medica. La decisione sarebbe quindi applicabile a tutti gli Stati membri, in accordo alle procedure nazionali, ribadiscono dall’azienda produttrice, Hra Pharma. E per l’Italia (neanche a dirlo) il percorso non si presenta privo di ostacoli.

Sul perché l’ulipristal acetato debba essere disponibile senza ricetta medica si era già espressa l’Ema. Pur essendo un contraccettivo di emergenza efficace fino a 120 ore dal rapporto non protetto o dal fallimento di altri metodi contraccettivi, la maggiore efficacia si ha entro le 24 ore dal rapporto a rischio. Pertanto, per il Committee for Medicinal Products for Human Use (Chmp) dell’Ema: “rimuovere la necessità di prescrizione dovrebbe velocizzare l’accesso delle donne a questo medicinale, e aumentarne di conseguenza l’efficacia”. La decisione oggi della Commissione europea – accolta come una sentenza storica, trattandosi della prima di questo tipo in merito a un contraccettivo orale applicabile a tutti gli Stati membri – toglie quindi l’ultimo vincolo alla distribuzione della pillola nelle farmacie senza ricetta. Una decisione che consentirà a 120 milioni di donne in tutta Europa di avere accesso diretto alla contraccezione di emergenza.

Ma se alcuni paesi si starebbero già muovendo per rendere effettiva la decisione già dal mese prossimo, non è ancora chiaro come l’Italia recepirà la decisione della Commissione europea, dove per avere accesso alla pillola dei 5 giorni dopo bisogna, oltre che presentare la ricetta medica, anche mostrare un test di gravidanza negativo.

Se infatti per Emilio Arisi, presidente della Società medina italiana per la contraccezione (Smic) con la decisione “si attesta con chiarezza che il suo impiego (della pillola, nda) non presenta alcun pericolo per la salute, sia della donna che dell’embrione”, e che la decisone dell’Ue è: “un’opportunità per l’Italia e per le sue autorità regolatorie per rimuovere un altro ostacolo che ci rendeva unici nel mondo, ossia quello per il medico di dover di prendere visione di un test di gravidanza negativo prima di poter scrivere la ricetta”, di diverso parere sono medici e farmacisti cattolici, che parlano del contraccettivo come abortivo. “Non vogliamo che sia sancito il divieto di usare la pillola ma definirla un contraccettivo è una bugia”, risponde infatti Filippo Boscia su Repubblica.it, presidente dell’Associazione medici cattolici:“Usarla vuol dire abortire, ma non è questo che mi preoccupa, quanto il fatto che ormai le giovani hanno rapporti a 13-14 anni. Se iniziano così presto a usare farmaci di questo tipo danneggiano il loro sviluppo riproduttivo. Confido che governo e Aifa blocchino tutto”.

L’Aifa intanto avrebbe fatto sapere di essersi già mossa per discutere della questione e nel caso in cui venisse mantenuto l’obbligo di ricetta la decisione dovrà essere motivata in sede europea.

Via: Wired.it

Credits immagine:  mathrong/Flickr CC

1 commento

  1. Insomma, i medici cattolici si preoccupano che le ragazze di 13 anni che hanno avuto dei rapporti non protetti possano avere dei rischi per la salute prendendo questa pillola.
    Immagino che per loro invece una gravidanza a tredici anni sia un toccasana per la salute.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here