La sentenza che nega il legame tra vaccini e autismo

Gli scienziati lo ripetono da tempo: vaccini e autismo non sono correlati. Le rivendicazioni di Andrew Wakefield però sono state (e in buona parte sono ancora) dure a morire (basta pensare alritorno del morbillo negli Usa). Eppure, forse, qualcosa sta cambiando. Lo fa sperare la notizia del ribaltamento in appello di una sentenza del 2012 che riconosceva il legame tra somministrazione del vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (Mpr) e insorgenza del vaccino in un bambino.

Facciamo un piccolo recap. Nel 2012, in quella che è diventata poi una sentenza in qualche modo storica, il tribunale di Riminicondannava il Ministero della Salute a risarcire la famiglia di un bambino che nel 2002 aveva ricevuto la vaccinazione Mpr, e a cui poi era stato diagnosticata una forma di autismo. Una sentenza pericolosa che offuscava il lavoro dei tanti scienziati impegnati da tempo a smentire le rivendicazioni di Wakefield (una truffa ben architettata come venne poi scoperto) e contro cui era ricorso in appello il Ministero della Salute, condannato al risarcimento al tempo.

Oggi però la Corte d’appello di Bologna ribalta quella stessa sentenza e lo fa – sorprendentemente per alcuni versi – ribadendo quello già noto da tempo nella comunità scientifica, ovvero che non esiste nessuna correlazione tra somministrazione del vaccino e diagnosi di autismo, come ribadisce anche il perito nominato:“nella storia clinica del bambino non c’è un’oggettiva correlazione temporale tra la progressiva comparsa dei disturbi della sfera autistica e il vaccino Mpr, vi è solo il fatto che i due eventi avvengano uno prima e uno dopo, ma come dimostrato, ciò non è sufficiente a mettere in relazione i due eventi”.

“La sentenza di Rimini”, aggiunge Antonio Ferro dei sito vaccinarSì: “del 2012 non aveva precedenti, e i gruppi antivaccinali hanno fatto leva sulla decisione per convincere centinaia di famiglie a non fare il vaccino Mpr. Adesso speriamo che i magistrati che si occuperanno della questine tengano conto di quanto stabilito dalla corte di Bologna”.

Via: Wired.it

Credits immagine: NIAID/Flickr

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