Ecco le prime corde vocali artificiali

11th Youth Song and Dance Celebration / Estonia 2011 / Day 3

Ridare la voce a chi ha perso le corde vocali per un tumore o altri danni permanenti: questa la promessa di un team di ricercatori della University of Wisconsin (Usa) che sono riusciti a costruire in laboratorio un organo con caratteristiche sonore simili a quelle dell’organo naturale. Un primo passo verso la realizzazione di protesi bioingegnerizzate impiantabili nell’essere umano.

Solo negli Stati Uniti sono oltre 20 milioni le persone con lesioni alle corde vocali che impediscono la comunicazione verbale. Non esistono cure e terapie che risolvano completamente il problema e gli unici benefici si hanno con iniezioni di biomateriali sintetici, il collagene, per esempio.

I ricercatori della University of Wisconsin sono riusciti a costruire l’organo artificiale facendo crescere fibroblasti e cellule epiteliali prelevati da cadavere ed ex vivo su una struttura 3D, ottenendo così un tessuto flessibile e forte, simile a quello delle corde vocali reali, che in seguito hanno impiantato in una trachea artificiale, per testarne la funzionalità. Ebbene, le corde vocali artificiali si sono dimostrate in grado di produrre suoni e vibrazioni molto simili a quelle naturali.
Su un modello animale, inoltre, i ricercatori hanno appurato che il tessuto ha capacità sonore simili a quelle delle corde vocali naturali ed è ben tollerato dal sistema immunitario.

I tessuto delle corde vocali ha caratteristiche particolari: “Deve essere molto flessibile da poter vibrare e al tempo stesso abbastanza robusto da poter battere centinaia di volte al secondo”, spiega su Changying Ling, uno dei firmatari dello studio apparso su Science Traslational Medicine. “I nostri risultati suggeriscono la reale possibilità di eseguire il trapianto, promette di ridare la voce a coloro che per un tumore o altri danni permanenti hanno perso le corde vocali”, ha concluso Ling.

Riferimenti: Science Translational Medicine
DOI: 10.1126/scitranslmed.aab4014

Credits immagine: Mait Juriad

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