Grandi è meglio: la strategia vincente delle prime forme di vita complesse

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Fossili al Mistaken Point (Credit: Emily Mitchell)

Prima del periodo Ediacarano, tra 635 e 541 milioni di anni fa, le forme di vita erano di dimensioni microscopiche. Solo durante questa era si ritiente infatti che fecero la loro comparsa i primi organismi eucariotici complessi, alcuni dei quali, come i rangeomorfi raggiunsero anche altezze di 2 metri. Pur non avendo bocca o sistemi per la locomozione – si pensa infatti che riuscivano a sopravviere assorbendo nutrienti e acqua dall’ambiente circostante – alcuni scienziati ritengono che gli organismi dell’Ediacarano siano stati tra i primi animali esistiti. Come e perché riuscirono a diventare così grandi? Ad azzardare una risposta è oggi una ricerca condotta dall’Università di Cambridge e pubblicata su Nature Ecology & Evolution, secondo cui l’essere grandi e grossi permise a questi organismi di avere più possibilità di colonizzare l’ambiete circostante, grazie alla capacità di disperdere la progenie il più lontano possibile.

Negli ambienti moderni, come le foreste, c’è una forte competizione tra gli organismi per risorse come la luce, per cui gli alberi più alti e le piante hanno un ovvio vantaggio sui loro vicini più bassi. Qualcosa di analogo potrebbe essere successo anche in passato, e alcune ricerche hanno infatti ipotizzato come l’aumento di dimensioni dei primi organismi complessi fosse stato guidato dalla competizione per i nutrienti a differenti profondità dell’acqua.

Per capire se effettivamente questa potesse essere la ragione dietro la crescita degli organismi complessi dell’Ediacarano – alcuni, per sostenersi, svilupparono una struttura simile a uno stelo – Emily Mitchell e Charlotte Kenchington della Memorial University di Newfoundland (Terranova, Canada), le autrici del paper, hanno esaminato i fossili di Mistaken Point nella parte sud orientale dell’isola di Terranova, uno dei luoghi più ricchi di fossili Ediacarani al mondo. Dal momento che gli organismi Ediacarani non erano mobili e sono rimasti dove sono vissuti è possibile analizzare l’intera popolazione dai reperti fossili.

Come spiegano le ricercatrici gli oceani a quel tempo erano molto ricchi di nutrienti, perciò non deve esserci stata una grande competizione per le risorse, e i predatori non esistevano. Usando tecniche di analisi spaziale le ricercatrici infatti hanno trovato che non c’era correlazione tra l’altezza e la competizione per il cibo. Tipi differenti di organismi non occupavano parti diverse della colona d’acqua per evitare la competizione per le risorse – un processo conosciuto come tiering. Se ci fosse stata competizione per il cibo, le ricercatrici si sarebbero aspettate di trovare che gli organismi con stelo fossero distribuiti su molti livelli, ma è stato osservato il contrario in realtà: gli organismi senza stelo erano in realtà stratificati su molti più livelli di quelli con stelo. Queste strutture servivano probabilmente per un’altra funzione e deve quindi essere esistita un’altra ragione per cui le forme di vita divennero così grandi in quel periodo.

Quale? Un’ipotesi è che lo stelo rendesse possibile una maggiore dispersione della progenie che i rangeomorfi producevano con l’espulsione di piccoli propaguli. Gli organismi più alti erano circondati da gruppi più estesi di discendenti, suggerendo che il vantaggio dell’altezza consistesse non nell’avere più cibo ma una maggiore possibilità di colonizzare un’area, nel produrre in sostanza delle macrocomunità più grandi.

A dispetto del loro successo riproduttivo – sulla carta – i rangeomorfi e altri organismi Ediacarani scomparvero circa 540 millioni di anni fa, all’inizio del Cambriano, quando fecero la loro comparsa per la prima volta la maggior parte dei principali gruppi di animali, come mostrato dai fossili.

Riferimenti: Nature Ecology & Evolution

(Credit immagine copertina, fossili al Mistaken Point, Newfoundland: Emily Mitchell)

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