La CO2 del biogas è una risorsa da imbottigliare

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Estrarre la CO2 dal biogas che si produce per renderla utilizzabile nella produzione industriale e alimentare, per esempio, per fare bevande frizzanti. A trasformare in risorsa il principale dei gas serra responsabili del riscaldamento del pianeta e dei cambiamenti climatici è un sistema sviluppato da ricercatori dell’Istituto per la tecnologia delle membrane del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Itm) di Rende (Cs). Per la prima volta la produzione da fonti energetiche rinnovabili e il “sequestro” della CO2 sono integrati in un unico processo. Che può essere applicato a tutti i rifiuti organici: domestici ma anche provenienti da agricoltura, allevamenti e industria alimentare, per produrre ancora più energia rinnovabile e ridurre ulteriormente l’emissione di gas serra.

Sviluppato in collaborazione con l’azienda Tecno Project Industriale S.r.l, il nuovo metodo è stato presentato sulla rivista Energy & Environmental Science. Ma è già una realtà industriale, impiegato dalla azienda Montello, nell’omonimo comune lombardo, che lavora e trasforma in biogas la frazione organica dei rifiuti solidi urbani della Lombardia.

Il circolo virtuoso

“Il biogas, normalmente usato come combustibile per riscaldamento o per produrre energia elettrica, contiene metano e circa il 35% di CO2 il principale gas serra prodotto dalle attività umane”, spiega John Jansen, ricercatore del Cnr-Itm.  Oggi per ridurre i livelli di gas serra in atmosfera le possibilità sono fondamentalmente due: sostituire con fonti rinnovabili i combustibili fossili e recuperare la CO2 generata nella produzione energetica ed industriale per immagazzinarla sotto terra o riutilizzarla. Entrambi questi due obiettivi “verdi” sono ora perseguibili in un unico processo: il sistema creato dai ricercatori del Cnr, infatti, converte i rifiuti organici – fonte di energia rinnovabile – in biogas e, utilizzando particolari membrane (filtri estremamente fini), contestualmente, separa l’anidride carbonica, rendendola disponibile per un successivo utilizzo.

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“La grande novità  del nostro impianto, il primo in Europa anche per le sue dimensioni, è che la CO2 contenuta in questo biogas, invece di essere rilasciata in atmosfera, viene interamente recuperata ad un elevato livello di purezza, tale da poter essere utilizzata anche nell’industria alimentare”, prosegue Jansen. La CO2 viene impiegata per la produzione di acqua frizzante e di bevande gassate o per il surgelamento o l’imballaggio di alimenti in atmosfera controllata, riducendo così l’uso di conservanti. “Questa tecnologia”, dice Jensen,”può dare un notevole contributo nella lotta contro i cambiamenti climatici e per un’economia più sostenibile”.

CO2, da problema a risorsa

“Nell’impianto di Montello dove è stata eseguita la sperimentazione vengono prodotti circa 3000 metri cubi di metano all’ora, sufficienti per il fabbisogno di oltre 20 mila famiglie. Le 7000 tonnellate di CO2 prodotte ogni anno, vengono ora recuperate assumendo un importante valore commerciale”, dice Elisa Esposito, del gruppo di ricerca del Cnr-Itm e principale autore dello studio, che ha valutato tutti i parametri di purezza del biogas grezzo, del biometano prodotto e dalla CO2 purificata.

La collaborazione con Tecno Project Industriale è partita nel 2009 con un progetto finanziato dalla Commissione europea, il cui obiettivo iniziale era solo la rimozione dell’anidride carbonica per rendere il biogas un combustibile migliore. Un successivo progetto Pon (Programma operativo nazionale) ha portato alla costruzione di un impianto pilota, fino alla realizzazione dell’impianto industriale oggetto dello studio.

Fonte: Simultaneous production of biomethane and food grade CO2 from biogas: an industrial case study, Energy & Environmental Science, 2019, 12, 281-289.

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