2020: la visione di Nature

Quali saranno i temi caldi dei prossimi dieci anni? Nature lo ha chiesto a 18 esperti di altrettante discipline, dalla farmacologia, alla chimica, dalla medicina all’astronomia, fino all’informatica, alla demografia e alla paleontologia.  Ecco alcune delle previsioni.

Secondo Peter Norvig, Director of Research di Google, le ricerche online saranno espresse vocalmente e non digitate su una tastiera. E il motore a cui saranno affidate non risponderà con una lista di link da visitare, ma con una sintesi dell’argomento che cerchiamo: stato dell’arte, novità, storia e personalità principali coinvolte. Tutto sarà rigorosamente tradotto nella lingua madre dell’internauta e il computer sarà in grado di valutare la qualità dei contenuti e proponendo solo quelli ritenuti validi.

Gli ecosistemi interni al corpo umano e la vita dei microrganismi che la abitano saranno nel fuoco di molti microscopi. L’opinione di David Reiman, capo del dipartimento di malattie infettive del Veterans Affairs Palo Alto Health Care System, è che nei prossimi dieci anni si riuscirà a capire qual è il contributo di questi microrganismi, come il corpo umano regola la composizione delle comunità microbiche che lo abitano, cosa influenza queste popolazioni, come resistono alle perturbazioni e quali sono le ricadute di queste loro proprietà sulla salute umana.

La genetica invece occuperà un ruolo sempre più rilevante nella medicina, parola David Goldstein esperto della Duke University. Soprattutto ci si baserà sempre di più sullo studio dei singoli genomi per individuare fattori di rischio e predisposizioni a particolari patologie e per lo sviluppo di trattamenti personalizzati basati sulle differenze genetiche tra gli individui. “Già da adesso però devono essere avviate serie considerazioni su come gestire le implicazioni etiche e pratiche di questa capacità predittiva”, ha sottolineato Goldstein.

Microscopi che incorporano sorgenti laser per il sequenziamento diretto delle molecole biologiche, piccoli hard disk dalla capacità cento volte superiore rispetto a quelli attuali, strumenti per misurare la costante di espansione dell’universo o per creare nuovi stati di materia. Questi e molti altri sono i risultati, secondo le previsioni di Thomas Beaer dello Stanford Photonics Research Center e di Nicholas Bigelow del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell‘Università di Rochester, a cui si arriverà grazie allo sviluppo della tecnologia laser: “Probabilmente, come quando è stato inventato negli anni Sessanta, sottostimiamo il completo potenziale del laser”.

Per quanto riguarda l’astronomia, invece, molte aspettative sono riposte da Adam Burrows, esperto dello US National Research Council, nelle ricerche sulla natura della materia oscura e dell’energia oscura. Ma non solo. Un obiettivo primario è anche quello di scoprire se esistono altri pianeti nella Via Lattea simili alla Terra, in grado di ospitare forme di vita. “È l’epoca d’oro dell’astronomia. Il potenziale per scoperte sensazionali c’è tutto, ma sono necessarie considerevoli abilità e somme di danaro per ottenerne anche solo una parte”, ha concluso Burrows. (c.v.)

Riferimenti: Nature doi:10.1038/463026a

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