Anche Marte ha la febbre

Tutti sanno che l’effetto serra, responsabile del riscaldamento terrestre, è un problema globale. Ma finora nessuno sospettava che potesse essere un fenomeno interplanetario. Eppure le immagini catturate dalla sonda Mars Global Surveyor parlano chiaro: la calotta del polo sud marziano, costituita principalmente da anidride carbonica allo stato solido, sta rapidamente evaporando, sintomo che su Marte è in corso un drammatico cambiamento del clima. Il gas finisce nell’atmosfera provocando il riscaldamento del Pianeta Rosso per effetto serra, che a sua favorisce l’evaporazione. In altre parole, si è innescato un processo in grado di autoalimentarsi, proprio come accade sulla Terra. Ma questa volta le attività umane non c’entrano.

“Non sappiamo se stiamo assistendo a un fenomeno ciclico o a un evento del tutto nuovo”, spiega Michael Malin, responsabile del gruppo di ricerca di San Diego che ha analizzato le immagini inviate dalla sonda spaziale. “L’entità dell’erosione sembra indicare che l’evaporazione della calotta è dovuta alla radiazione solare. Il fenomeno coinvolge più strati e probabilmente è in corso almeno da qualche secolo. Poiché non si formano nuovi depositi, è evidente che le riserve di anidride carbonica non sono in equilibrio con l’ambiente”. Dunque l’erosione continuerà e il clima marziano è destinato a cambiare, ma prevedere le conseguenze a lungo termine non è facile. “Dopo tutto, disponiamo soltanto di un anno di misure”, confessa Malin. “Tuttavia, se l’erosione continuerà a questo ritmo, poche centinaia di anni saranno sufficienti per osservare profondi effetti sull’ambiente di Marte. L’atmosfera potrebbe diventare dieci volte più spessa e la temperatura, a causa dell’effetto serra, potrebbe salire di 20 o anche 30 gradi”.

La Mars Global Surveyor, la sonda che ha permesso di acquisire tutte queste nuove conoscenze, è stata lanciata dalla Nasa nel novembre del 1996, inaugurando una lunga serie di missioni spaziali sul Pianeta Rosso. Grazie a una telecamera ad alta risoluzione e a un precisissimo altimetro laser, la sonda ha mappato superficie, atmosfera e proprietà magnetiche del pianeta per un intero anno marziano. Senza aver mai messo piede sul suolo di Marte, è così possibile studiarne la geologia e i violenti fenomeni atmosferici: tempeste di sabbia, formazione di nubi e “nevicate” di anidride carbonica che regolano i processi di espansione e contrazione delle calotte polari. L’obiettivo? Preparare le prossime missioni. Ma anche gettare uno sguardo sul passato e sul futuro del nostro pianeta. Marte e la Terra, infatti, sono piuttosto simili e il confronto consentirà di capire meglio l’evoluzione di quest’ultima e il suo possibile destino.

Al contrario di quanto accade sul nostro pianeta, tuttavia, l’effetto serra potrebbe fare di Marte un luogo più ospitale per eventuali forme di vite. L’attuale atmosfera marziana, costituita quasi esclusivamente da anidride carbonica, è infatti troppo rarefatta per riuscire a trattenere il calore e la sua pressione è così bassa che non permette l’esistenza di acqua allo stato liquido. In altre parole, se c’è acqua su Marte, indispensabile per la vita così come la conosciamo, è intrappolata nel sottosuolo ghiacciato del pianeta. “Eppure lo spessore dell’atmosfera potrebbe raddoppiare in soli cent’anni”, azzarda Malin, “consentendo all’acqua eventualmente presente in prossimità della superficie di fuoriuscire e, anziché evaporare in modo esplosivo come accade ora, sopravvivere brevemente allo stato liquido”. Le sorprese, dunque, non sono finite.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here